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mercoledì 19 marzo 2025
 
Santa Marta
 

«Pregare per i governanti non insultarli»

16/09/2019  Papa Francesco prende spunto dalle letture del giorno per ricordare che bisogna chiedere a Dio di non lasciare solo chi ha la responsabilità di guidare un Paese. E chiede se, nella recente crisi italiana, qualcuno ha pregato per i parlamentari

Bisogna pregare per i governanti e loro dovrebbero pregare per il popolo. Papa Francesco, nella prima messa a Santa Marta dopo la pausa estiva, commenta la prima lettera di San Paolo apostolo a Timoteo, sottolineando come si chieda a «tutto il popolo di Dio» di fare, «senza collera e senza polemiche», «domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini» e anche per «i re e per tutti quelli che stanno al potere» perché conducano «una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio». Papa Francesco si sofferma, in particolare, sulla preghiera « per i governanti, per i politici, per le persone che sono responsabili di portare avanti un’istituzione politica, un Paese, una provincia». Persone che ricevono «adulazioni da parte dei loro favoriti o insulti». Così accade anche, non solo in politica, ma anche per preti e vescovi. «Qualcuno se lo merita», dice Bergoglio, ma è orami «un’abitudine». C’è un «rosario di insulti e di parolacce, di squalificazioni». Invece non bisogna lasciarli soli. Come si fa, chiede il Papa a lasciare chi ha la responsabilità di condurre il Paese «solo, senza chiedere che Dio lo benedica?». Eppure oggi sembra quasi che la preghiera per i governanti sia «insultarli», mentre San Paolo chiede invece di «pregare per ognuno di loro perché possano portare avanti una vita calma, tranquilla, dignitosa nel loro popolo». Francesco ricorda la recente crisi di Governo e chiede: «Chi di noi ha pregato per i governanti? Chi di noi ha pregato per i parlamentari? Perché possano mettersi d’accordo e portare avanti la patria? Sembra che lo spirito patriottico non arrivi alla preghiera; sì, alle squalificazioni, all’odio, alle liti, e finisce così. “Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche”. Si deve discutere e questa è la funzione di un parlamento, si deve discutere ma non annientare l’altro; anzi si deve pregare per l’altro, per quello che ha un’opinione diversa dalla mia».

Invece c’è chi afferma che «quello è troppo comunista», quell’altro è «un corrotto». Ma il Vangelo di oggi, quello di Luca, non chiede di «discutere di politica, ma insiste sul pregare». Senza considerare la politica una cosa sporca. Bergoglio cita Paolo VI che riteneva la politica «la forma più alta della carità», e dice: «Può essere sporca come può essere sporca ognuna delle professioni, ognuna… Siamo noi a sporcare una cosa ma non è la cosa in sé che è sporca. Credo che noi dobbiamo convertirci e pregare per i politici di tutti i colori, tutti! Pregare per i governanti. È questo che Paolo ci chiede. Mentre ascoltavo la Parola di Dio mi è venuto in mente questo fatto tanto bello del Vangelo, il governante che prega per uno dei suoi, questo centurione che prega per uno dei suoi. Anche i governanti devono pregare per il loro popolo e questo prega per un servo, forse per un domestico: “Ma no, è il mio servo, io sono responsabile di lui”. I governanti sono responsabili della vita di un Paese. È bello pensare che se il popolo prega per i governanti, i governanti saranno capaci pure di pregare per il popolo, proprio come questo centurione che prega per il suo servo».

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