Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 13 maggio 2025
 
 

Santamaria, la lezione del maestro Manzi

24/02/2014  L'attore presenta "Non è mai troppo tardi", la fiction Rai dedicata all'uomo che, dalla Tv, ha insegnato l'italiano a milioni di italiani. L'intervista completa potete leggerla sul numero di Famiglia Cristiana in edicola

In una delle sequenze più intense di Non è mai troppo tardi, film per la Tv in due parti di Giacomo Campiotti (che Rai 1 manda in onda lunedì 24 e martedì 25 febbraio), Alberto Manzi dimostra tutta la testardaggine e la tenerezza che avrebbero caratterizzato non solo la sua esistenza, ma anche quell’avventura professionale che lo avrebbe portato a diventare il maestro più famoso d’Italia. Non in senso lirico o artistico, ma proprio nell’accezione elementare del termine: grazie al boom della televisione negli anni ’60, Manzi sarebbe infatti entrato per sempre nella storia del piccolo schermo e del Paese come l’alfabetizzatore di milioni di italiani. La scena si svolge nel 1946, in una Roma ancora disastrata dalla guerra. Il giovane Alberto, smessa la divisa, si sbatte per ottenere la cattedra e insegnare. Nella graduatoria del ministero, tra imbrogli e raccomandazioni, è finito indietro: lui, uno dei più bravi. S’infuria. Poi accetta un posto snobbato da altri: educatore nel carcere minorile di San Michele. Lotta contro la burocrazia che nega perfino penne e quaderni, si guadagna la fiducia di ragazzi violenti, inventa metodi d’insegnamento. Ogni giorno torna stremato a casa. Ma una sera prende la bici e raggiunge una casupola in periferia: ha scoperto che è lì che vive Ida, la fidanzata che non l’ha atteso. Lei gli rinfaccia di non aver dato notizie. Lui le mostra le lettere mai recapitate. Ma c’è qualcosa di più dietro quella scontrosità. Alberto intuisce e trascorre la notte sulla panchina di fronte. Al mattino non c’è, ma Ida trova appese a un albero tutte le sue lettere. Intenerita, la sera gli spiegherà la sua ritrosia: è una ragazza madre. Quella bimba nel lettino è figlia loro, nata dopo la sua partenza per il fronte. Alberto non dubita né tentenna. Commovente questa sua apertura totale, l’attenzione nei confronti dell’altro, bambino o adulto che sia. Quella voglia di comunicare, condividere, insegnare per offrire a ciascuno gli strumenti giusti per esprimersi e affermarsi. Lezione ancora attualissima di un pedagogo avanti sui tempi, di un grande uomo.

È toccante il modo in cui riesce a esprimere tutto ciò Claudio Santamaria, somigliantissimo sullo schermo al vero Alberto Manzi, ma soprattutto interprete convinto.  «Sono subito stato consapevole della responsabilità. Quando ho letto la sceneggiatura, in certi punti mi sono anche commosso», ha detto in occasione della presentazione del film Tv. «Mi sono documentato, naturalmente, ma non ho fatto un lavoro d’imitazione. Piuttosto, ho cercato di restituire l’umanità di Manzi, che aveva profondo rispetto per chi lo guardava». Sono stati quasi un milione e mezzo gli italiani che hanno conseguito la licenza elementare soltanto grazie a Non è mai troppo tardi. «Manzi sognava una scuola che insegnasse a diventare cittadini», è la conclusione di Santamaria. «Diceva che attenzione e voglia d’imparare vanno conquistate e non imposte con la paura del brut-nistero di esprimere giudizi sugli alunni, lui rispose scrivendo per tutti: “Fa quel che può, quel che non può non fa”. Manzi voleva una società migliore, cercava di dare dignità alle persone attraverso il sapere. Oggi, tutto questo è sparito».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo