«La santità? Una missione possibile per ogni cristiano». Parola del cardinale Julián Herranz, collaboratore di sei Papi a partire da Giovanni XXIII.
Eminenza, lei ha partceipato ai lavori del Concilio Vaticano II. Cosa ricorda di quei giorni?
«Sottolineo in particolare due messaggi contenuti capitoli quarto e quinto della costituzione Lumen Gentium. Si parla di “promozione del laicato”, ossia della gente comune, i battezzati, i quali, in coerenza con il loro battesimo, sono chiamati alla santità e all’apostolato. È questo un sincero appello ai laici cristiani a vivere la loro fede “allo scoperto” e, quindi, a portare la parola di Cristo in tutti gli ambiti: lavoro, scuola, università, famiglia, politica, pubblica amministrazione, etc. E a farlo con l’esempio: agendo in conformità con la Parola. Questo appello è più che mai attuale. Infatti, Papa Francesco chiama l’epoca odierna “l’ora dei laici”».
Ha incontrato sei Papi. Quali i loro tratti salienti?
«Ho avuto una vita benedetta dall’incontro con uomini straordinari, tutti dotati di carismi diversi e complementari. Giovanni XXIII era un profeta, l’uomo che ha voluto e lanciato con coraggio il Concilio Vaticano II. Paolo VI era un padre responsabile e un fine teologo che ha portato avanti i messaggi del Concilio in una fase storica molto difficile. Giovanni Paolo I, con il suo brevissimo pontificato, ha rappresentato una nota di speranza nel diapason della storia della Chiesa. Giovanni Paolo II è stato come un grande direttore d’orchestra che ha portato la Parola in tutto il mondo; lo vedo come un novello San Paolo. Papa Benedetto XVI e Papa Francesco li ho già canonizzati dentro il mio cuore: il primo è il padre moderno della Chiesa e lo vedo contraddistinto dal carisma della Fede che lo ha spinto a denunciare l’attuale “dittatura del relativismo”, così come un tempo fecero i padri della Chiesa che catechizzarono il mondo pagano, proclamando l’amore per Cristo. Papa Francesco è il gran buon samaritano del mondo e lo vedo dotato del meraviglioso carisma della carità come pure di molto coraggio e fermezza».
Ancora sulla santità: chi sono i santi? Esiste una “ricetta spirituale” per imitarli?
«Dobbiamo ricordarci che il Battesimo dà ai cristiani il diritto/dovere di diventare santi e apostoli. Tutti possiamo imitare i santi e diventare santi a nostra volta. La santità è l’unione del Padre con il Figlio: l’Amante e l’Amato. Le due volontà si uniscono e diventano una sola volontà con l’Amore stesso che è lo Spirito Santo. Questa è santità. Per essere santi bisogna essere in sintonia con la volontà di Dio, bisogna amare tutto ciò che la vita ci offre. Prendiamo un esempio concreto: Santa Maria. La Madonna era una donna che faceva la mamma e mandava avanti la sua famiglia e la sua casa, mettendo magari un fiore sulla tavola per rendere tutto più bello. San Giuseppe e Gesù lavoravano così come fanno tante persone che si guadagnano il pane. Era una famiglia santa, ognuno faceva la propria parte nella quotidianità. Oggi i santi continuano ad essere una benedizione divina per la vita di tutti noi ed è possibile imitarli e lasciarsi ispirare da loro. Penso a Carlo Acutis, un ragazzo di soli 16 anni che, appassionato di informatica, tramite il suo sito internet ha fatto il missionario dei miracoli eucaristici in tutto il mondo. Era un giovane moderno e la sua recente beatificazione ispirerà molte anime».