Delia Gallagher:
Grazie, Santo Padre. La terza domanda viene dagli Stati Uniti, da Rosemary Lane. Rosemary lavora per Loyola Press e quindi è stato fatto grazie a lei, in parte, questo libro per il quale lei ha raccolto alcune storie di anziani per realizzare il libro.
Rosemary Lane — Stati Uniti d’America, 30 anni
[in inglese] Santo Padre, ho avuto il privilegio di trascorrere un anno raccogliendo la saggezza dagli anziani di tutto il mondo per il libro La saggezza del tempo. Mi è accaduto di chiedere ad alcuni anziani come affrontano le loro fragilità, le loro incertezze per il futuro. Una donna saggia, Conny Caruso, mi ha detto che io non devo mai darmi per vinta. Devo darmi da fare, lottare, avere fiducia nella vita. Ma oggi la fiducia non la si può dare per scontata. Anche da Lei io avverto personalmente questo messaggio di fiducia. Mi fa riflettere che la fiducia mi venga da persone che hanno vissuto già a lungo. Noi giovani viviamo una vita difficile, viviamo in un mondo instabile e pieno di sfide. Che cosa direbbe Lei, da nonno, a giovani che vogliono avere fiducia nella vita, che desiderano costruirsi un futuro all’altezza dei loro sogni?
Papa Francesco:
“Che cosa direbbe Lei, da nonno, a giovani che vogliono avere fiducia nella vita, che desiderano costruirsi un futuro all’altezza dei loro sogni?”. Questa è la domanda. Un bel lavoro hai fatto, con queste interviste! E’ una bella esperienza che non dimenticherai mai, mai! Una bella esperienza.
Prendo l’ultima parola: “all’altezza dei loro sogni”. Sogni è l’ultima parola. E la risposta è: incomincia a sognare. Sogna tutto. Mi viene in mente quella bella canzone: “Nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù”. Sognare così, sfacciatamente, senza vergogna. Sognare. Sognare è la parola. E difendere i sogni come si difendono i figli. Questo è difficile da capire ma è facile da sentire: quando tu hai un sogno, una cosa che non sai come dirla, ma la custodisci e la difendi perché l’abitudine quotidiana non te la tolga. Aprirsi a orizzonti che sono contro le chiusure. Le chiusure non conoscono gli orizzonti, i sogni sì! Sognare, e prendere i sogni dagli anziani. Portare su di sé gli anziani e i loro sogni. Portare addosso questi anziani, i loro sogni; non ascoltarli, registrarli, e poi dire “adesso andiamo a divertirci”. No. Portarli addosso. Il sogno che noi riceviamo da un anziano è un peso, costa portarlo avanti. E’ una responsabilità: dobbiamo portarli avanti.
C’è un’icona che viene dal Monastero di Bose, che si chiama “la Santa Comunione”, e cioè un monaco giovane che porta avanti un anziano, porta avanti i sogni di un anziano, e non è facile, si vede che fa fatica in questo. In questa immaginetta tanto bella si vede un giovane che è stato capace di prendere su di sé i sogni degli anziani e li porta avanti, per farli fruttificare. Questo forse sarà di ispirazione. Tu non puoi portarti tutti gli anziani addosso, ma i loro sogni sì, e questi portali avanti, portali, che ti farà bene. Non solo ascoltarli, scriverli, no: prenderli e portarli avanti. E questo ti cambia il cuore, questo ti fa crescere, questo ti fa maturare. E’ la maturazione propria di un anziano.
Loro, nei sogni, ti diranno anche cosa hanno fatto nella vita; ti racconteranno gli sbagli, i fallimenti, i successi, ti diranno questo. Prendilo. Prendi tutta questa esperienza di vita e vai avanti. Questo è il punto di partenza.
“Cosa direbbe Lei ai giovani che vogliono avere fiducia nella vita?”: prendi su di te i sogni degli anziani e portali avanti. Questo ti farà maturare. Grazie.
(foto in alto: Reuters)