La pattuglia acrobatica della Saudi Royal Air Force, forza armata accusata da organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch, Medici Senza Frontiere ed altre 23 organizzazioni umanitarie nel mondo, di crimini di guerra contro la popolazione civile dello Yemen, è stato l'ospite di riguardo dell'annuale Air Show delle Frecce Tricolori, lo scorso 5 e 6 settembre a Rivolto.
Una festosa parata aerea, molto attesa da tutti gli appassionati del Paese, a cui però quest'anno ha partecipato, su invito delle nostre autorità, il team Saudi Hawks, considerato l'orgoglio della Royal Saudi Air Force (RSAF).
Le pattuglie acrobatiche non prendono parte ad operazioni militari ma, secondo gli esperti che hanno analizzato l'ordine di battaglia delle forze aeree saudite, la base operativa della pattuglia acrobatica, King Faisal Airbase, Tabuk Region, è una di quelle da cui decollano gli F-15C del “2nd Squadron RSAF”e i “Tornado” verso lo Yemen.
Ciò non di meno, come ha avuto occasione di dichiarare il comandante del team saudita tenente colonnello Mousa Al Faifi a un organo di informazione italiano, «il team è supportato dal ministero della Difesa saudita per esibirsi dovunque sia necessario dal momento che i Saudi Hawks sono la vetrina delle Forze aeree saudite».
E' infatti questa la prima volta che il team acrobatico dell'aviazione saudita viene invitato ad esibirsi in Italia assieme alle Frecce tricolori. Perché offrire una vetrina a chi è accusato di crimini di guerra sui quali è stata invocata una indagine internazionale delle Nazioni Unite?
Urbano Floreani, colonnello pilota capo del 2° Ufficio Pubblica informazione dell'Aeronautica militare, ci ha confermato che «gli inviti alle pattuglie acrobatiche di altri Paesi sono partiti due anni fa. La manifestazione si svolge ogni cinque anni, in questo caso in quanto 11° Raduno piloti acrobatici e 55° anniversario delle Frecce tricolori. Proprio per il fine ultimo che anima questi incontri quinquennali non ci sono state perplessità circa la partecipazione della compagine saudita».
E in effetti proprio per il carattere e il rilievo nazionale e internazionale della manifestazione sembra evidente che un ripensamento avrebbe dovuto arrivare a livello politico.
«D'altronde», ha aggiunto il colonnello Floreani, «le alte autorità di Governo e istituzionali presenti a Rivolto non hanno minimamente accennato ad alcun tipo di problema, citando anzi spesso nei loro interventi la presenza della formazione acrobatica saudita in modo conforme allo spirito di questo tipo di manifestazione». Uno spirito, nelle intenzioni degli organizzatori, improntato all'amicizia, al dialogo e al confronto anche tra culture e persone diverse in un clima di festa, disteso e sereno, di amore per il volo.
Niente di più lontano dalla guerra dunque.
Ma il conflitto yemenita sinora ha provocato 5000 vittime , 20.000 feriti, un milione e mezzo di profughi e un allarme umanitario Onu di livello massimo, pari solo a quello stabilito per Siria e Gaza. Una situazione stridente con lo spirito quasi di “fratellanza” dell'evento. Insomma sembra una scelta incomprensibile, quella di invitare i sauditi, nonostante tutto, se si considera che alla manifestazione hanno assistito 450.000 persone e che la nostra pattuglia acrobatica e l'Areonautica militare sono partner dell'Unicef.
Recentemente Amnesty Italia e Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere) assieme a Rete Disarmo hanno chiesto, senza aver avuto per ora risposta, la sospensione della fornitura di bombe d'aereo e altre armi alla coalizione a guida saudita che, dopo i bombardamenti, in corso da cinque mesi, ha invaso con 10.000 uomini e armi pesanti lo Yemen.