Di giorno in giorno emergono nuove necessità di aiuto nei 30 distretti colpiti dal terremoto, ma l’emergenza è particolarmente grave per i bambini. Dalle verifiche in corso da parte degli operatori di Save the Children nei principali ospedali di Kathmandu e Lalitptur, stanno infatti emergendo molti casi di bambini soli o separati dai propri genitori e si teme che questi casi, che richiedono assistenza e protezione specifiche, continuino a salire.
Molti sono purtroppo anche i casi di bambini gravemente feriti o che hanno subito amputazioni degli arti per le conseguenze del terremoto.
Oltre all’emergenza nell’immediato, si intravvedono già gravi rischi per il futuro dei bambini Nepalesi: 5.000 scuole sono state completamente rase al suolo e in alcuni distretti il 90% delle strutture è inservibile, ci vorranno mesi o anni perché centinaia di migliaia di bambini possano riprendere gli studi.
Mentre si potenziano gli aiuti nella zona di Kathmandu, si sta cercando di raggiungere anche le zone più remote. Save the Children ha lanciato in Nepal un massiccio intervento di soccorso attraverso un team di di oltre 500 operatori specializzati in emergenza impegnati da subito nella distribuzione degli aiuti. Ulteriori 136 tonnellate di beni di prima necessità stanno arrivando per via aerea, compresa l’attrezzatura medica, mentre migliaia di coperte e teloni per i ripari d’emergenza stanno arrivando dall’India via terra.
La disponibilità degli aiuti, grazie alla generosità dei donatori, è fondamentale per poter potenziare i soccorsi in un Paese che era già in gravi difficoltà strutturali prima del cataclisma: il Nepal è al 145 posto su 187 Paesi, nell’indice globale dello sviluppo umano.