Dopo la pausa natalizia, oggi le scuole italiane hanno riaperto i battenti, tra dibattiti, polemiche, dubbi, paure. La Ong Save the children esprime la sua preoccupazione per le conseguenze negative che le chiusure scolastiche e la didattica a distanza – a cui ricorrere solo come estrema ratio, per l’organizzazione - hanno già causato su bambini e ragazzi.
In una consultazione promossa da Save the Children qualche mese fa, coinvolgendo oltre 1.000 docenti in maggioranza della scuola primaria e secondaria di primo grado, la metà degli insegnanti ha segnalato nella classe una generale perdita degli apprendimenti (55,3%), 1 su 4 ha notato l’emersione di disturbi psicologici in almeno un caso tra i suoi studenti, 1 su 5 constata un forte impatto della povertà su famiglie e bambini che frequentano la scuola, mentre il 6,5% segnala nella propria scuola almeno un caso di abbandono scolastico. Tra aprile e giugno 2020, secondo l’Istat sarebbero stati circa 600.000 i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che non hanno partecipato alle lezioni in videoconferenza, in un Paese che conta uno dei tassi più elevati di dispersione scolastica in Europa.
Di fronte a questa situazione, Save the children chiede al Governo il varo di un piano straordinario di sostegno all’educazione che preveda, sin da subito, il monitoraggio nazionale di tutte le aperture e chiusure disposte per gli istituti scolastici e la messa a punto, per i bambini e gli adolescenti la cui frequenza scolastica si è interrotta a causa della pandemia, di una “dote educativa”, rappresentata da un monte ore di sostegno allo studio gratuito fruibile in gruppo o individualmente durante l’anno scolastico e per tutto il periodo estivo, che comprenda non solo il recupero delle materie scolastiche, ma anche opportunità culturali e relazionali.
Secondo l’organizzazione, è urgente mettere in campo un serio piano di “ristoro” educativo che, proprio come si è fatto per le attività produttive, intervenga per limitare i danni di lungo periodo che rischiano di colpire intere generazioni e di interrompere definitivamente il percorso educativo di bambini, bambine e adolescenti nei contesti di maggiore povertà, emarginazione e disagio sociale nel nostro Paese.
(Foto Ansa)