«La mia idea è che tutta questa polemica serva a coprire una impotenza più o meno colpevole della politica». Valerio Neri, presidente di Save the children Italia non ci sta a fare da capro espiatorio per chi, in questi anni, non è riuscito a gestire correttamente il fenomeno migratorio. «L’Europa è mancata e non fa più entrare nessuno, l’Italia, cosa sacrosanta, sta accogliendo nel senso di salvare queste persone che altrimenti non avrebbero via d’uscita, ma in una situazione di difficoltà crescente. Di fronte a un fenomeno che non si sa affrontare si colpiscono le ong».
Desta perplessità, però il proliferare delle navi di soccorso, in particolare dopo la fine dell’operazione mare nostrum. Non pensa ci sia qualcuno che lucra sui migranti?
«Non conosco le altre ong, tranne Medici senza frontiere che sicuramente non fa nulla di scorretto, e quindi non ne parlo. Posso dire però che il proliferate delle navi si può spiegare anche in un altro modo. È indubbio che tra il 2015 e il 2016 il flusso di migranti è molto aumentato ed è indubbio anche che la proporzione di quelli che muoiono nell’attraversamento è aumentato di conseguenza. Molte ong possono essere state indotte a fare uno sforzo organizzativo per tentare di dare un maggior soccorso a un numero crescente di migranti. Bisogna considerare che attorno alle organizzazioni c’è un pubblico. E se è vero che parte dell’opinione pubblica è preoccupata dal ricevere i migranti, è anche vero che c’è un’altra parte di popolazione che trova inaccettabile vedere, ai confini dell’Europa e dell’Italia, affogare come se nulla fosse centinaia e centinaia di persone. C’è una parte di popolazione che trova questo disgustoso e moralmente inaccettabile ed è pronto a dare dei fondi a questa o quell’altra organizzazione di cui si fida per organizzare un aiuto e un salvataggio».
Voi da quanto tempo siete in mare?
«Ci siamo stati da settembre a novembre dello scorso anno e siamo di nuovo scesi in mare due volte in questo mese di aprile. La nostra nave non è adatta ai salvataggi con il mare grosso, per questo in inverno ci siamo dovuti fermare. Nelle ultime operazioni abbiamo salvato 300 persone di cui 20 bambini, lo scorso anno 400 bambini e 2.800 adulti. Posso dire che, finché ci sarà la necessità di salvare, noi continueremo a esserci»
Chi vi finanzia?
«Save the children è una organizzazione di organizzazioni private. Ce ne sono 28 in tutto il mondo e tutte basano i loro aiuti su fondi privati. Ci sono circa tre milioni di donatori in tutto il mondo. Anche la nave è finanziata in questo modo. Abbiamo ricevuto donazioni anche dagli Stati Uniti e da Hong Kong. Perché quando, nel mondo girano le immagini di bambini che affogano,
la gente si sente sconvolta e vuole fare tutto il possibile perché questo non accada più».