Le tessere di un mosaico se guardate una per una non sono particolarmente significative ma, messe insieme, compongono un’immagine. Allo stesso modo, i messaggi divini comunicati da Dio ai mistici e i preannunci espressi durante le apparizioni della Vergine, se considerati complessivamente, documentano una consonanza di visioni che ci stanno avvertendo della necessità di una radicale conversione del genere umano. È la tesi di fondo del libro Le veggenti. Le profezie della anime-vittima che salvano il mondo (Salani Editore) appena pubblicato da Saverio Gaeta, fino allo scorso ottobre caporedattore di Credere e Famiglia Cristiana, che ha dedicato i primi mesi della pensione a concludere un lavoro di ricerca appassionata durato decenni. Nel suo «lavoro di scavo», basato sulla lettura e la cernita dei messaggi rivelati da decine di mistici e veggenti (sono soprattutto donne, da qui il titolo Le veggenti), Gaeta ha tratto centinaia di tessere che ha provato a ricomporre in un unico mosaico. Ne emerge una visione d’insieme che permette di conoscere e comprendere meglio le esperienze e le rivelazioni di personaggi noti e riconosciuti santi, ma anche di mistiche meno conosciute o non ufficialmente vagliate dalla Chiesa e i messaggi di diverse presunte apparizioni mariane. Tra le prime vi sono la monaca tedesca santa Ildegarda di Bingen, vissuta poco dopo l’anno Mille; santa Faustina Kowalska, l’apostola all’inizio del Novecento della Divina misericordia; la patrona d’Europa santa Brigida di Svezia. Tra le seconde figurano personaggi come Luisa Piccarreta, Teresa Musco, Maria Valtorta e le rivelazioni delle presunte apparizioni mariane di Itapiranga e Anguera, i messaggi ai veggenti di Medjugorje, le locuzioni riferite dalla famiglia Gregori, i primi testimoni della lacrimazione della Madonna di Civitavecchia. Fatti poco conosciuti e studiati, in qualche caso anche controversi, che questo libro permette di approfondire. Ma l’autore compie anche un passo in più e propone una possibile interpretazione dei messaggi.
Come nasce e come hai condotto la tua ricerca?
«Ho letto e vagliato l’equivalente di 300 libri con i diari, le lettere e le visioni di decine di veggenti. La maggior parte sono figure già riconosciute dalla Chiesa perché sante, beate o con processi canonici in corso. Non è automatico che ciò che esse dicono abbia origine celeste, ma sono comunque scritti vagliati dalla Chiesa come non eretici. Questa è la griglia iniziale. Poi ho aggiunto figure a mio giudizio dotate di credibilità, che corroborano i contenuti delle rivelazioni “ufficiali”. Il principale filo rosso interpretativo l’ho trovato nelle apparizioni mariane degli anni Sessanta a Garabandal, in Spagna».
Qual è, secondo la tua interpretazione, il cuore dei messaggi?
«C’è una consonanza di indizi secondo i quali Dio offrirà agli uomini in un futuro prossimo un “avvenimento” che aiuterà a comprendere che c’è un Padre che ci ama e una Chiesa cattolica che ci offre la dinamica della salvezza. Tutti saranno posti di fronte alla propria coscienza e si renderanno conto del male fatto e del bene non compiuto. Seguirà un “segno” e la rivelazione di “segreti”, in particolare quelli di Medjugorje, prima che i fatti avvengano, in modo che tutti li possano poi verificare. Se questo non porterà alla conversione degli uomini, c’è la possibilità – non la certezza – di un castigo che potrebbe essere un cataclisma ambientale, l’impatto di un asteroide o una grande guerra nucleare».
La tua interpretazione ha un tono apocalittico, genera più spavento che fiducia in Dio…
«Molte frasi delle rivelazioni sono drammatiche, ma se dal cielo ci riservano queste attenzioni è perché tramite le mistiche vogliono darci la consapevolezza che continuano a seguirci. Non c’è un Dio astratto nei cieli o una Madonna che intona cori con gli angioletti, ma ci sono un Padre e una Madre coinvolti con la storia dell’umanità. Sono le conseguenze dell’incarnazione di Cristo che non si è esaurita 2000 anni fa. Ma allora, se i mistici sono un po’ il ponte tra il cielo e la terra, perché negli ultimi decenni queste figure sono tralasciate, ignorate e addirittura vilipese benché rivelino messaggi dal cielo? Perché siamo in imbarazzo nel credere che il soprannaturale continua a interessarsi di noi».
Il castigo divino è estraneo al pensiero della teologia contemporanea e al linguaggio corrente della predicazione. Com’è possibile che Dio voglia “castigare”?
«Rispondo con un esempio: al semaforo la mamma dice al suo bambino che se non rispetta il rosso finirà sotto una macchina, sarà schiacciato e morirà. Qualcuno di voi, sentendo questa conversazione, chiamerebbe il Telefono azzurro? Oppure penserebbe che, sebbene con parole forti, la mamma ha semplicemente protetto suo figlio? Così, la Madonna ci sta dicendo che stiamo andando verso un baratro. Se noi non la ascoltiamo, non è lei che ci ha mandato una tragedia, siamo noi che, sebbene avvisati, non l’abbiamo evitata. Alle mistiche Dio dice cose dure, ma lo fa perché, preannunciando punizioni, cerca di ricondurre sulla strada giusta i suoi figli. È una dinamica molto umana, misericordiosa. Dio ci vuole a tutti i costi con sé, ma l’uomo resta libero di scegliere diversamente».
Il trascendente e l’aldilà – secondo quanto tu scrivi nel libro – è una prospettiva che l’uomo contemporaneo ha dimenticato?
«Oggi i credenti sono una minoranza e gli atei dichiarati sono quasi scomparsi. La maggior parte delle persone è più che indifferente: non ci pensa nemmeno alla prospettiva dell’aldilà. Forse la parola più adatta è “noncuranza”, il “non ci ho mai pensato”. Allora un Dio, che ci ama, non può che cercare di attirare l’attenzione, anche con questi annunci».
Perché le veggenti sono per la maggior parte donne?
«Anche io mi sono posto la questione e non ho una risposta: è uno dei nodi al fazzoletto con le domande che porrò al Padreterno quando andrò di là (almeno spero di meritarmelo!). I pochi maschi che cito hanno avuto più che altro apparizioni mariane. La mistica è invece quasi esclusivamente femminile: forse le donne, come madri, hanno un cuore più disponibile a comprendere questi messaggi e anche maggiore disponibilità ad accogliere prove e sofferenze espiatorie. È il senso del sottotitolo del libro “anime-vittima”, persone che tolgono sofferenze dal mondo prendendole su di sé: un mistero incomprensibile umanamente».
Hai avuto reazioni dai primi lettori del tuo libro?
«La maggior parte dei lettori che mi ha contattato o che ho incontrato nelle presentazioni del libro ha espresso sorpresa per la quantità di personaggi che hanno vissuto esperienze mistiche con una convergenza di rivelazioni: molti non ne sapevano quasi nulla. Oggi sono temi pochissimo affrontati, anche dai teologi che si occupano di mariologia: generalmente studiano le apparizioni della Vergine per le questioni dogmatiche, ma non nel dettaglio di ciò che dice la Madonna».