Il sindaco di Lampedusa Totò Martello. Foto in testata: lo sbarco dell'11 luglio © Mauro Seminara / Mediterraneo Cronaca
Nel Mediterraneo centrale al momento privo di navi delle Ong per il soccorso in mare, le partenze e gli arrivi di migranti non si sono mai fermati. «In mezza giornata, tra la notte scorsa e questa mattina, sono arrivate 145 persone in sei sbarchi, ma con il rispetto delle regole tutto può essere affrontato», parola del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, Pd, che spiega il perché Lampedusa può continuare ad essere quello che sempre è stata: «l’isola che accoglie e la meta ambita per i turisti».
Lampedusa è ormai da anni interessata ad arrivi spontanei di migranti con barchini che partano generalmente dalla Tunisia e in cui a bordo viaggiano in media dalle cinque alle 20-30 persone. «In un giorno abbiamo avuto sino a 18 sbarchi con la media di circa uno all’ora, ma questo ormai lo sappiamo fa parte del fenomeno migratorio che non si può fermare con o senza la presenza delle navi Ong», spiega il sindaco che ha stabilito un canale di interlocuzione continuo con il ministro dell’Interno Lamorgese. «Con Salvini Lampedusa è stata cancellata dall’Italia, lui qui da ministro non è mai venuto e non ha mai risposto a una mia e-mail. Ha usato Lampedusa solo per fini elettorali e di certo non è con slogan e cori da stadio che si affronta il fenomeno delle migrazioni».
Il Ministro dell’Interno ha annunciato l’invio dell’esercito in Sicilia e di una nave da circa 1000 posti dove i migranti verranno trasbordati una volta sbarcati a terra a Lampedusa. «Solo quando vedo le cose riesco a crederci, ma sono fiducioso nella celerità del ministro», commenta Martello.
In realtà una nave quarantena per i migranti a largo di Porto Empedocle c’è già. È la nave da crociera Moby Zaza dove da aprile sono già transitate oltre 600 persone. Qui i migranti vengono suddivisi per cabine e sono monitorati costantemente da personale qualificato della Croce Rossa italiana. Terminati i quindici giorni previsti dai protocolli di quarantena i migranti vengono poi smistati nei vari centri d’accoglienza dell’isola. Il 20 maggio scorso un ragazzo tunisino di 22 anni, Bilal era il suo nome, si è gettato dal ponte sei della nave nel disperato tentativo di raggiungere la costa di Porto Empedocle a nuoto. Oggi c’è un’inchiesta in corso da parte della Procura di Agrigento, il corpo del ragazzo è stato rimpatriato in Tunisia dove i familiari vogliono ancora capire cosa sia successo all’interno della grande nave quarantena.
Di fronte al crescente numero di arrivi di imbarcazioni di migranti – in tempi di Covid-19 - una soluzione che coniughi il soccorso in mare e la sicurezza sanitaria sembra ancora lontana. E anche nei centri di accoglienza a terra la situazione non è delle migliori. «L’hotspot di Lampedusa va svuotato, può contenere infatti da 190 a un massimo di 400 persone e in questi giorni abbiamo toccato il numero di 1200, se si alza l’asticella è chiaro che il sistema non regge per questo ho dichiarato lo stato di emergenza per l’hotspot di Lampedusa» aggiunge il sindaco che spiega come nell’isola– nonostante le numerose fake news - non ci sia stato un solo caso di positività al Covid-19, sia nella popolazione che dentro l’hotspot di contrada Imbriacola.
Fughe di migranti dai centri sparsi per la Sicilia sono avvenuti nei giorni scorsi nel Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Caltanissetta dove da anni le associazioni che operano sul territorio ne chiedono la chiusura e nel capannone della Protezione Civile a Porto Empedocle dove c’erano all’interno 520 persone di fronte a una capacità massima di 100 persone.