Ventisette miliardi di tagli; ventitre di nuove entrate.
Insomma - centesimo più, centesimo meno - cinquanta miliardi di euro. E' la contromanovra per gli anni 2012-2014 proposta da Sbilanciamoci, una reta cui aderiscono 47 organizzazioni dall'Arci a Mani tese, da Beati i costruttori di pace al Cnca, da Nigrizia a Pax Christi. A un Paese appesantito dalla crisi economica e politica, Sbilanciamoci suggerisce una Finanziaria utile, a suo avviso, a rendere l’Italia "capace di futuro”. «Iniqua, sbagliata ed autolesionista» è, secondo il portavoce della campagna Sbilanciamoci,
Giulio Marcon, la manovra appena presentata dal Governo per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. «Produrrà ulteriore recessione nell'economia e genererà povertà tra le fasce sociali più esposte del Paese».
Con la sua contromanovra (scaricabile dal sito della campagna www.sbilanciamoci.org),
Sbilanciamoci prevede oltre 27 miliardi di riduzione della spesa
pubblica da tagliare alle spese militari, ai costi per le grandi opere,
agli oneri immensi che comporta la politica italiana, e poco più di 23
miliardi di nuove entrate da misure fiscali che colpiscono i grandi
patrimoni e le rendite. Sbilanciamoci propone di utilizzare queste
risorse per ridurre il debito pubblico (circa 12 miliardi) e per
interventi a favore del rilancio dell'economia e del welfare (38
miliardi). «Bisogna uscire dalla crisi», dice ancora Marcon, «con
un'economia diversa, un nuovo modello di sviluppo fondato su produzioni e
consumi legati alla green economy, di un'economia sociale responsabile e
fondata sui diritti, sulla protezione e lo sviluppo dei beni comuni».
Intanto Sbilanciamoci sta organizzando il suo IX forum nazionale, dal 1 al 3 settembre a Lamezia terme:
sarà l’occasione per rilanciare le proposte e le iniziative della
contromanovra e legate alla discussione della prossima legge di bilancio
dello stato.
Era possibile fare diversamente: lo afferma la campagna Sbilanciamoci in merito alla manovra economica del Governo appena varata, che «affossa ancora di più il Paese nella depressione» e «deprime le possibilità di ripresa dell'economia, fa pagare alla parte più esposta della popolazione il peso e le conseguenze di questa crisi». Il pareggio di bilancio del 2014, prosegue il network, «è una scelta politica di Tremonti tutta concentrata furbescamente nel 2013-2014, quando potrebbe esserci un altro Governo a fronteggiare l'emergenza economica».
Con la sua contromanovra da 50 miliardi di euro in 3 anni, Sbilanciamoci dimostra che agire altrimenti era, è possibile. A proposito di politiche fiscali si propone la tassa sul del 5 per mille sui patrimoni oltre i 3 milioni di euro (“in questa crisi i ricchi non stanno pagando alcun prezzo”): ciò farebbe entrare nelle casse dell'erario una somma intorno ai 10miliardi e 500milioni di euro. Si propone inoltre una vera progressività del sistema fiscale: aliquota del 45% per i redditi sopra i 70.000 euro e del 49% oltre i 200.000 euro. Si potrebbero recuperare così 1 miliardo e 200 milioni che sarebbero soprattutto (per il 77%) a carico dei contribuenti al di sopra dei 200.000 euro annui.
Ancora, le rendite: oggi è del 27% la tassa sugli interessi da depositi bancari, mentre gli interessi su obbligazioni, plusvalenze e rendimenti di gestioni individuali e collettive subiscono un prelievo di appena il 12,5%: si propone di unificare tutto al 23%, cosa che ci allinea all’Ue e che non fa ancora correre rischi di fughe di capitali. In questo modo sarebbe possibile ottenere almeno 2 miliardi di euro l'anno. Altra proposta concreta è tassare i diritti televisivi per lo sport spettacolo (con aliquota del 5% sul totale dei diritti versati), usando i 40 milioni di euro all’anno che si libererebbero per finanziare lo sport per tutti e la costruzione di impianti pubblici polivalenti.
noltre, tassare le automobili in base alla loro emissione di CO2, e non in base a cilindrata e cavalli fiscali:
ciò colpirebbe progressivamente i veicoli più potenti ed ecologicamente
inefficienti (come i Suv o i veicoli di vecchia immatricolazione) e le
maggiori entrate derivanti da questo diverso modo della tassazione dei
veicoli ammontano a 500milioni di euro. Infine, tassare la
pubblicità, una misura che Sbilanciamoci propone senza - forse - tenere
in debito conto che la pluralità dell'informazione è legata anche agli
introiti pubblicitari. In un Paese in cui gli investimenti
pubblicitari sono circa 9 miliardi di euro, la proposta è di frenare i
margini di profitto dell’intero comparto pubblicitario aumentando del 5%
il prelievo sugli utili, con il duplice obiettivo di ridimensionarne
l’invadenza e di drenare risorse da dedicare alla scuola e ad attività
culturali per tutti. L’introito atteso è di circa 450 milioni di euro
l'anno.
La riduzione della spesa pubblica, sostiene Sbilanciamoci, è possibile riducendo stanziamenti per le grandi opere, a favore della “ottimizzazione delle reti esistenti e del loro uso (con i necessari adeguamenti e potenziamenti), logica che nel recente passato è stata spesso tralasciata a favore di nuove infrastrutture, più costose, più impattanti, più incerte sotto il profilo attuativo”. Sbilanciamoci propone la riduzione degli stanziamenti previsti nei provvedimenti della manovra finanziaria per le infrastrutture: si tratta di 3,850 miliardi in tre anni.
Per ridurre la spesa pubblica serve poi la riduzione delle spese militari, almeno di 4 miliardi di euro, pari al 20% delle spese in questo comparto. Come fare? Sbilanciamoci non ha dubbi: riducendo gli organici delle forze armate a 120 mila unità, integrandosi - con economie di scala- dentro la cornice europea e delle Nazioni Unite, prevedendo un ruolo delle Forze Armate legato a compiti di prevenzione dei conflitti e mantenimento della pace e rifiutando ogni interventismo militare. Il ritiro dall'Afganistan (“il ruolo e la presenza dell'ISAF sono strettamente intrecciati ad Enduring Freedom in una funzione bellica e di lotta militare al terrorismo”, spiega Sbilanciamoci) e da tutte quelle missioni internazionali che non abbiano la copertura e il sostegno delle Nazioni Unite farebbe risparmiare 750 milioni di euro alle casse pubbliche. Si chiede inoltre al governo italiano di non firmare il contratto per la produzione dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter, gli F35: ciò farebbe risparmiare al nostro Paese ben 14 miliardi di euro nei prossimi 16 anni. La somma risparmiata in tre anni sarebbe di 1,950 miliardi di euro.
Altre misure individuate dalla contromanovra 2012-2014 di Sbilanciamoci per ridurre la spesa pubblica sono la chiusura dei Centri di identificazione e espulsione (Cie), che porterebbe ad un risparmio di circa 115 milioni di spesa per ciascun anno dal 2012 al 2014. Inoltre, adottare il software libero da parte di amministrazioni centrali e locali porterebbe a un risparmio attorno ai 2 miliardi di euro l’anno sui costi delle licenze (“I vantaggi – commenta la reteb di organizzazioni - non sarebbero solo economici ma anche quelli di un’eccezionale strumento di trasparenza amministrativa e di controllo della spesa”).
Ma Sbilanciamoci chiede anche di abolire i fondi per le scuole private e il buono scuola:
si libererebbero così 700 milioni di euro, dice, usabili per rilanciare
la scuola pubblica, intervenendo su diritto allo studio, edilizia
scolastica, qualità dell’offerta formativa. Questo è un punto
alquanto criticabile giacché non tiene conto che - a fronte del taglio
invocato - lo Stato avrebbe ulteriori spese per assorbire gli studenti
non in grado di pagare rette a quel punto altissime, senza dimenticare
il principio di libertà d'insegnamento.
Altra misura riguarda l'istituzione di una commissione parlamentare di
inchiesta che esamini lo stato delle convenzioni con le strutture
private, che costituiscono una grossa fetta della spesa sanitaria e dei suoi sprechi.
Sbilanciamoci stima in 1 miliardo di euro il risparmio nelle attività
di riordino delle convenzioni con le strutture private nel 2012, 700 nel
2013 e 500 nel 2014. Infine, i costi della politica: dimezzando il numero di senatori e deputati e i rimborsi elettorali alle forze politiche,
e riducendo le indennità di parlamentari nazionali e regionali al
livello della Spagna si calcola possa esserci un risparmio complessivo
in tre anni di circa 4miliardi e 600milioni