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domenica 03 novembre 2024
 
Scala
 

Scala, l'Aida fa litigare Zeffirelli e Stein

14/02/2015  Per la nuova versione dell'opera il teatro sostituisce lo storico allestimento del regista fiorentino con uno nuovo. Lui attacca, a sproposito, il nuovo regista. Ma su una cosa ha ragione: un allestimento è parte integrante della storia di un teatro, quindi non va venduto.

Qui sopra e in alto: la splendida scenografia dell'"Aida".
Qui sopra e in alto: la splendida scenografia dell'"Aida".

Aida è un’opera che fa sempre parlare di sé. Allestimento, cantanti, direttore sono sempre sotto i riflettori del pubblico e della critica. Per questo è un’opera “difficile”. L’Aida che dal 15 febbraio al 15 marzo va in scena alla Scala ha fatto parlare di sé già mesi fa.

Quando Franco Zeffirelli - che ha all’attivo 500 serate nella sala del Piermarini - ha alzato la voce contro i vertici del teatro meneghino che hanno sostituito il suo allestimento con uno nuovo curato dalla regia di Peter Stein con le scene di Ferdinand Woegerbauer. Ma quello che ancora di più ha irritato il sempre combattivo regista fiorentino è stato il fatto che la Scala abbia venduto quel suo allestimento all’Opera di Astana, in Kazakistan. A dire il vero le polemiche che hanno coinvolto l’incolpevole teatro kazaco (che ha comunque garantito l’eventuale noleggio gratuito dell’allestimento se servisse alla Scala ed ha invitato Zeffirelli a partecipare alla prima locale) erano fuori luogo: ben venga il fatto che una città investa in cultura!

Semmai era ed è da discutere la politica di vendita di alcuni storici allestimenti scaligeri. La vendita rende molto alla Scala, è vero: ma un allestimento di Strehler o Zeffirelli non è forse un pezzo di storia? A pochi giorni dalla prima il nuovo sovrintendente Alexander Pereira ha ammesso fra il serio ed il faceto: “Fare Aida alla Scala al primo anno di direzione artistica è di per sé un suicidio. E’ l’opera più rischiosa che ci sia. Se poi si aggiunge che questa Aida rimpiazza l’ultimo allestimento di Franco Zeffirelli il suicidio è doppio. Ma il teatro è una cosa viva. Bisogna cambiare, andare sempre avanti”.

E ben volentieri gli ha fatto eco Peter Stein, rispondendo direttamente a Zeffirelli: “Moderno, radicale, distruttivo. Così sono stato definito da Franco Zeffirelli. E lo ringrazio, perché di solito vengo considerato un conservatore reazionario. In realtà ognuno ha la sua visione di un’opera. Ed Aida per esempio è l’opera la cui musica suona per il 65% in piano. Ma tutti la considerano per la sua opulenza, per la scena del trionfo. Per me è un’opera che si gioca tutta sull’interazione dei 3 protagonisti. Verdi del resto non li chiamava cantanti, ma attori. Voleva che recitassero”. 

E’ fin troppo chiaro quindi che le due visioni dell’opera, quella di Zeffirelli e quella di Stein, sono opposte: “La scenografia per me è un attrezzo di scena per i cantanti. Tutto quello che si vede in scena deve essere usato da loro, deve servire a qualche cosa. Perché sono loro, i cantanti, col loro corpo e con la loro presenza la vera scenografia dell’opera”. Vedremo dunque un’Aida “nuova”, con trovate registiche che spaventano gli appassionati? Stein spiega: “Ho paura delle idee. Quando uno ha un’idea poi ne deve avere molte altre per correggere le incongruenze della prima. Meglio seguire il libretto e la musica: cioè le intenzioni dell’autore”. Le stesse parole che in fondo ha pronunciato Zeffirelli all’epoca del suo allestimento.

Però un’ideuzza Stein l’ha avuta: “Sì, ma non è un’idea. Amneris muore veramente. Lo si capisce attraverso la musica.
Per me si suicida. Non è certo la prima volta che succede”. Ed i ballabili tagliati? “Io il balletto non lo amo. Non l’ho mai amato. Ed in Aida interrompe l’azione”. Suicido o trionfo? Al pubblico spetta il verdetto finale. Un grande direttore come Zubin Metha, che si è detto entusiasta di lavorare a questo progetto, visto che “ammirava Stein fin da ragazzo”, è una garanzia.

E, direttore e regista, assicurano che anche i cantanti sono perfetti, vocalmente e come attori:
Kristin Lewis nel ruolo della protagonista (e sarà un’Aida di colore che non ha quindi bisogno di trucco), Anita Rachvelishvili (che alla Scala è nata ed alla Scala ritorna dopo la sua Carmen di debutto) e Fabio Sartori (“di tenori come lui ce ne sono pochi al mondo”, dice Metha).

La replica del 21 febbraio sarà trasmessa in chiaro per tutti gli abbonati Sky sul canale Classica. La vedrà anche Zeffirelli?

 
 
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