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venerdì 13 settembre 2024
 
Durante la Messa
 

Il "segno di pace"? Sobrio, non è uno show

02/08/2014  Rimane prima della Comunione, ma dev'essere scambiato con gesti appropriati e senza canti che distraggano il raccoglimento prima di ricevere l'Eucarestia. Questa la raccomandazione della Congregazione per il Culto Divino approvata da papa Francesco e inviata ai vescovi.

Lo scambio del segno di pace durante la Messa non cambia collocazione nel Rito romano, restando prima della comunione eucaristica, ma dovrà diventare più sobrio, senza confusioni né via vai di persone, e senza canti particolari. È questa l'indicazione contenuta nella lettera circolare che la Congregazione vaticana del Culto divino ha inviato nelle scorse settimane agli episcopati di tutto il mondo.

Da tempo il dicastero che sovrintende alle questioni liturgiche, guidato dal dicembre 2008 dal cardinale spagnolo Antonio Canizares Llovera (lungamente dato in procinto di tornare a capo di una diocesi in patria), aveva preso in esame lo scambio del segno di pace, valutando la possibilità di spostarlo in altri momenti della celebrazione. La Congregazione, con una nota a firma di Canizares e del segretario, l’arcivescovo Arthur Roche, ha ora comunicato ai presidenti delle conferenze episcopali la decisione finale, approvata da papa Francesco il 7 giugno scorso: lo scambio della pace non viene spostato, ma si dovranno evitare eccessi che disturbino il raccoglimento proprio nel momento culminante della celebrazione eucaristica.

Nella missiva, firmata dal cardinale Cañizares e dal segretario, l’arcivescovo Arthur Roche, si ricorda che lo studio della questione era stato avviato durante il Sinodo sull’eucarestia del 2005. Nell'esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis (2007), Benedetto XVI aveva osservato: «Durante il sinodo dei vescovi è stata rilevata l’opportunità di moderare questo gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della comunione. È bene ricordare come non tolga nulla all’alto valore del gesto la sobrietà necessaria a mantenere un clima adatto alla celebrazione, per esempio facendo in modo di limitare lo scambio della pace a chi sta più vicino».

Papa Ratzinger aveva anche citato esplicitamente la possibilità di spostare lo scambio della pace prima dell'offertorio, come nel Rito ambrosiano. Ma alla fine è prevalsa la tesi di chi preferisce non introdurre cambiamenti. Dopo lo studio della questione si è deciso di far rimanere lo scambio della pace prima della comunione, dando però alcune indicazioni per ovviare agli inconvenienti.

Soprattutto viene suggerito agli episcopati di adeguare le istruzioni nel messale, «passando ad esempio da gesti familiari e profani di saluto a gesti più appropriati». Inoltre si indica la necessità che nello scambio della pace si evitino: l’introduzione di un canto della pace inesistente nel Rito liturgico romano; lo spostamento dei fedeli dal proprio posto; l’abbandono dell’altare da parte del sacerdote per dare la pace ad alcuni fedeli.
Si raccomanda di evitare che in certe circostanze – come la Pasqua o il Natale, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, i matrimoni, le ordinazioni sacerdotali, le professioni religiose, le esequie – il darsi la pace sia occasione per felicitarsi o per esprimere condoglianze tra i presenti. Dell’esistenza della lettera si è saputo in Spagna, dove è stata trasmessa in questi giorni a tutti i vescovi. Ora si vedrà come essa verrà applicata nei vari Paesi.

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