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Scanzi: ma è giusto espellere chi viola le regole

20/06/2013 

«Non sono contrario a priori alle epurazioni. Se uno va contro le regole del movimento in cui è stato eletto è giusto che venga espulso. Succede così nel Pd, nel Pdl e in tutti i partiti. Detto questo, il metodo utilizzato nei confronti della senatrice Gambaro è stato un errore enorme, un clamoroso autogol politico e d’immagine».

Andrea Scanzi, scrittore e giornalista del Fatto Quotidiano, conosce molto bene l’universo grillino. Nel 2008, prima dell’exploit, ha scritto Ve lo do io Beppe Grillo (Mondadori).

Perché un autogol?

«Perché i detrattori del Movimento 5 Stelle, che lo dipingono da sempre come un’oscura setta, non aspettavano altro per attaccarlo e dire: “Visto che avevamo ragione noi?”. E poi, espellere una persona solo perché in un’intervista ha parlato male di Beppe Grillo è un atteggiamento fastidioso e caricaturale. La lesa maestà contro il capo è qualcosa da Romania di Ceausescu».

Non è la prima volta, però, che il movimento caccia via qualcuno.

«Sì, ma nel caso di Favia, Federica Salsi e del senatore Mastrangeli le espulsioni erano giustificate dal fatto che non avevano rispettato le regole che il gruppo s’era dato. Se c’è un regolamento va osservato e chi non lo fa è giusto che lasci. Su questo non ci piove».

Ma con la Gambaro non è andata proprio così.

«Le sciocchezze dette dalla senatrice contro Grillo sono state un pretesto per isolarla. In realtà, lei insieme alla Pinna, Currò ed altri sono quelli che a suo tempo spingevano per l’accordo con il Pd e soprattutto volevano tenersi la diaria parlamentare. Fanno parte di un gruppo che vuole discostarsi dalla linea ortodossa e massimalista del gruppo».

E ora che succede? Si va verso la scissione?

«Non credo. All’interno del Movimento c’è un gruppo che vuole liberarsi di questi dissidenti, che sono circa una ventina, e probabilmente ci riuscirà. Bisogna vedere quale metodo sceglieranno. Spero non quello utilizzato con la senatrice Gambaro».

Ma la sua espulsione è stata decisa dalla Rete.

«13 mila persone hanno deciso il destino di una parlamentare votata da 9 milioni di persone. È ridicolo. Spero che Grillo e Casaleggio se ne rendano conto».

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Gambaro, l'intervista fatale
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