(Nelle foto: l'inaugurazione della mostra)
L'Africa aldilà dei facili stereotipi, osservata, scandagliata, raccontata attraverso lo sguardo privo di filtri dei bambini africani. Ragazzini che vivono ai margini, in situazioni di grave disagio ed estrema povertà, nelle periferie di Nairobi, in Kenya, e di Bamako, in Mali. "Scatti liberi. L'Africa negli occhi dei bambini" è la prima mostra fotografica realizzata interamente da bambini e adolescenti del continente subsahariano. Aperta fino al 25 novembre all'Auditorium Parco della musica, la mostra è realizzata dal "Cortile dei gentili", dipartimento del Pontificio consiglio della Cultura per il dialogo tra credenti e non credenti, in collaborazione con Amref health-Italia e Fondazione Pianoterra.
L'esposizione è frutto di un interessante progetto multiculturale, legato a una coraggiosa storia di migrazione di ritorno, quella di Mohamed Keita, ivoriano, che a 13 anni ha dovuto abbandonare il suo Paese a causa della guerra (la sua vicenda è narrata nel libro Il bagaglio. Storie e numeri del fenomeno dei migranti minori non accompagnati di Luca Attanasio). Approdato in Italia, Keita ha scoperto la sua vocazione per la fotografia e, dopo anni di studio e lavoro, ha deciso di andare controcorrente, prendere la strada del ritorno e mettere a frutto in Africa le sue competenze e la sua professionalità, dando nel suo piccolo un contributo allo sviluppo e alla crescita della sua terra di origine. Prima a Bamako, poi a Nairobi, Keita ha dato il via a due laboratori di fotografia per bambini delle periferie (con la collaborazione del fotoreporter Marco Pieroni), per offrire loro un'alternativa alla strada e un'occasione di formazione e di crescita personale e professionale che possa portarli a opportunità lavorative.
L'esposizione a Roma mostra i bellissimi risultati del lavoro svolto in questi laboratori. «L'ignoranza e la paura dell'altro sono tra i mali più pericolosi del nostro tempo», è la riflessione del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura. «La mostra fotografica "Scatti liberi" vuole rispondere proprio a queste derive: rifiuta l'Africa dei luoghi comuni, dei pregiudizi e delle strumentalizzazioni e propone un racconto differente, un dialogo tra culture e religioni, una comunione di diversità». E aggiunge: «Attraverso la lente di una macchina fotografica, i bambini ci stanno dicendo: "Questa è la nostra verità. Ascoltatela, rispettatela"».