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venerdì 09 giugno 2023
 
 

"Lo sciopero? Danneggia i camionisti"

24/01/2012  Cinzia Franchini, presidente della maggiore organizzazione dei camionisti, spiega che cosa non va nello sciopero. I "professionisti del blocco".

Cinzia Franchini, presidente della Fita-Cna (foto copertina: Ansa).
Cinzia Franchini, presidente della Fita-Cna (foto copertina: Ansa).

I blocchi dei camionisti che stanno fermando l’Italia sono sostenuti da un’unica organizzazione sindacale, Trasporto Unito, che vanta circa 7.000 aderenti su 114.000 imprese di autotrasporto. Chiediamo allora a Cinzia Franchini, presidente del maggior sindacato dei “padroncini”, la Fita-Cna con 35.000 associati, di valutare l’utilità di una protesta così estrema per risolvere i problemi degli autotrasportatori.


- Signora Franchini, i blocchi erano inevitabili?

     “Io ritengo di no, tanto è vero che l’associazione che presiedo non ha proclamato il fermo. Dal mio punto di vista non era assolutamente opportuno farlo. Innanzi tutto perché la situazione è drammatica per l’intero Paese. Noi avevamo intuito che il disagio sociale era ed è grande, e che se avessimo fermato l’autotrasporto, alla nostra protesta si sarebbero potute collegare altre categorie di lavoratori. In effetti adesso in strada ci sono tanti disperati che non sono camionisti. Non solo: alla fine questa nostra disperazione viene strumentalizzata da soggetti che sono poco interessati ai problemi dell’autotrasporto. Sono in cerca di visibilità, magari hanno anche interessi politici. Insomma, c’è dell’altro. Maurizio Longo, che poi è il segretario dell’unica sigla che ha proclamato il fermo, Trasporto Unito, potremmo definirlo un “professionista del fermo”. E’ stato in precedenza segretario della Fita-Cna e se n’è andato dopo il fermo che bloccò l’Italia nel 2007 e non ebbe però nessun risultato concreto per le aziende di autotrasporto”

- Qual è la posizione del suo sindacato sui problemi sollevati: costo di gasolio, autostrade e assicurazioni e ritardi nei pagamenti?

     “In realtà molte delle richieste avanzate da queste persone sono richieste già accolte dal governo Monti. Per esempio i 400 milioni per l’autotrasporto già confermati dal governo Berlusconi, sono stati confermati anche dal nuovo Governo, e non era scontato che fosse così. Servono per agevolazioni nel nostro mondo, come sconti sull’Inail, sconti sui servizi sanitari nelle assicurazioni, pedaggi autostradali, formazione. Il rimborso anticipato delle accise sul gasolio per il 2011 e il 2012, poi, è già stato confermato: vengono rimborsati 19 centesimi al litro. Di fatto, vuol dire che con il provvedimento contenuto nel decreto sulle liberalizzazioni di Monti, noi potremo recuperare ogni trimestre questi 19 centesimi al litro, mentre in passato il recupero era annuale, quindi in tempi molto più lunghi”.

-  Cos’altro avete chiesto negli incontri col Governo?

     “Per esempio, di rivedere il calendario dei divieti di circolazione. Sono arrivate a essere 84 le giornate nelle quali non possiamo lavorare. Sono tante: siamo il Paese d’Europa con più giornate di fermo. Questo ci penalizza tanto, e forse va anche in controtendenza rispetto a quanto il governo Monti sta predicando: se teniamo aperti i supermercati 24 ore al giorno non si capisce perché dobbiamo fermare sempre più l’autotrasporto. E, da questo punto di vista, ci è stato detto che la revisione del calendario del divieto di circolare dovrebbe rientrare nel prossimo decreto in approvazione dal Governo. Quanto ai tempi di pagamento e alla remunerazione dei tempi di attesa, sono tematiche che rientrano già in una normativa che c’è. Se la legge non funziona, parliamone, ma non ha senso bloccare l’Italia per questo. Per rivedere una norma, non bastano due giorni. Occorre confrontarsi, ragionare, aprire tavoli di confronto sia col governo sia con la committenza”.

- E i problemi più generali della vostra categoria, quali sono?

     “Principalmente, l’aumento esorbitante dei costi. Noi siamo forse l’unica categoria che è stata realmente liberalizzata, già da tanti anni, però ci troviamo a confrontarci con i nostri fornitori che sono tutti grandi monopolisti: i fornitori di carburante, le grandi concessionarie autostradali, le assicurazioni, le banche. E’ per questo che ci auguriamo che le liberalizzazioni promesse vengano fatte seriamente, perché riteniamo che il nostro mondo possa trarne giovamento. Per esempio, che i prezzi del carburante si abbassino o almeno si livellino agli altri Paesi d’Europa”.

- E’ possibile che ci siano presenze della criminalità in questa rivolta?

     “A questa protesta si sono aggiunti soggetti che non hanno nulla a che fare con l’autotrasporto, e riteniamo anche la malavita organizzata”.

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