Non c’è altra strada che accogliere. Di fronte al dramma dei migranti che riempiono le pagine dei giornali e danno i titoli del Tg, la diocesi di Milano risponde con un modello di “accoglienza diffusa”. E’ la strada tracciata ieri dal cardinale di Milano Angelo Scola, che ha invitato i parroci ad aprire le porte delle proprie chiese per fare posto a chi arriva nel nostro Paese. «L’idea - ha spiegato Scola - è domandare ai parroci se hanno a disposizione dei luoghi, poi attraverso i loro responsabili riunire persone sensibili, spiegare di cosa si tratta, in modo che si possa spiegare poi a chi ha paura che non succede niente di strano: in un paese di 3-4mila abitanti avere qualche gruppetto di ospiti non porta nessun tragico disagio».
Al riguardo, ha aggiunto il cardinale di Milano, «Caritas Ambrosiana si farà carico di tutte le responsabilità e della gestione concreta di questa accoglienza, sgravando le parrocchie. Alle comunità è chiesto di lasciarsi provocare dai bisogni di questi nostri fratelli migranti: questi gesti di generosità sono occasioni preziose per esprimere nella pratica la dimensione culturale della fede che ci chiede di esprimere, in ogni gesto della nostra esistenza, gli stessi sentimenti di Cristo. Ringrazio chi già si è attivato in questi mesi».
Per parte sua, la Diocesi di Milano mette a disposizione altri 6 immobili tra case e strutture per un totale di 130 posti supplementari, che vanno dunque a incrementare i 781 già resi disponibili in passato. Gli ospiti che verranno accolti nelle strutture della Diocesi già individuate e in quelle che reperiranno i parroci saranno i migranti richiedenti asilo che, secondo le leggi dello Stato italiano, hanno il diritto di soggiornare nel nostro Paese fino a quando la loro richiesta di protezione non viene esaminata. I progetti di accoglienza dureranno 24 mesi, salvo la possibilità di una proroga in caso di volontà concorde di tutte le parti o di interrompere prima del termine l’esperienza per sopraggiunte necessità.
Al momento sono 28 i centri di accoglienza in tutta la Diocesi, gestiti dalle cooperative di Caritas Ambrosiana in convenzione con le Prefetture, per un numero complessivo di 456 posti. Inoltre sempre le cooperative di Caritas Ambrosiana operano in collaborazione con i Comuni e il Ministero dell’Interno, nel cosiddetto sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). All’interno di questo sistema sono 18 le strutture per un numero complessivo di 325 posti.
Se questo è lo sforzo della chiesa ambrosiana, esiste secondo il cardinale tutto un lavoro da fare di collaborazione e di dialogo con le Istituzioni civili. «Domando però un passo in avanti sulle leggi e le regole che normano questa accoglienza – ha detto Scola - per rendere sempre più dignitosa e costruttiva la permanenza dei migranti nelle nostre realtà. Perché i tempi per il rilascio dei documenti dovuti sono spesso così lunghi? Perché non si può permettere che i migranti ospiti, su base volontaria, possano partecipare con il loro lavoro alla esigenze della comunità? Così questo sforzo per l'accoglienza e le riflessioni serie che entro le comunità cristiane e la società civile nasceranno saranno occasione di educazione nella fede e di edificazione di vita buona».