Il terrorismo di matrice religiosa insanguina anche il giorno in cui la Comunità di Sant'Egidio inaugura a Roma l'incontro internazionale per la pace intitolato “Il Coraggio della Speranza”. Le brutte notizie arrivano dalla Nigeria, dal Pakistan e dal Kurdistan iracheno. Nel Paese africano i miliziani estremisti di Boko Haram (che lottano per instaurare uno stato islamico) fanno strage di studenti (50 morti) in un college. In Pakistan, a Peshawar (dove una settimana fa una bomba aveva ucciso 80 persone in una chiesa) una esplosione in un mercato uccide oltre 30 persone, fra i quali 6 bambini. A Irbil, capitale della provincia autonoma del Kurdistan, esplodono quattro bombe nello spazio di pochi minuti causando 4 morti e diversi feriti.
In questo contesto Sant'Egidio scommette ancora sulla forza del dialogo e della preghiera fra le grandi religioni, nello spirito che propiziò l'incontro di Assisi convocato nel 1986 da Giovanni Paolo II. Uno spirito, ha detto Andrea Riccardi nel suo discorso di apertura dell'incontro, «che non è relativismo fra religioni tutte uguali».
«Bisogna che i credenti abbiano il coraggio di guardare fuori dai loro confini, per l'avventura spirituale dell'incontro con l'altro», ha spiegato Riccardi.
«Le religioni sono una forza», ha aggiunto, «ma sono una forza umile». Dal fondatore della Comunità di Sant'Egidio è arrivato anche un invito: «Il terrorismo va delegittimato nelle sue radici religiose, gli va tolto il nome di Dio dalla bocca».
All'inaugurazione dell'incontro di Sant'Egidio, prima di salire al Quirinale per il colloquio con il Capo dello Stato è intervenuto anche il premier Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha sottolineato con favore il nuovo clima di dialogo che si è creato nella comunità internazionale citando il negoziato sulla Siria (con il ruolo centrale delle Nazioni unite), il colloquio tra Obama e il presidente iraniano Rouhani e i negoziati tra israleiani e palestinesi.
Letta ha concluso con un invito: «Se in questi tre giorni vi scappa anche una preghiera per l'Italia ci farà bene».