A Gerusalemme la festa, i brindisi e i sorrisi. Alla frontiera di Gaza i morti, il sangue e la rabbia. Come era facile prevedere e come si temeva, il giorno in cui Israele celebra i 70 anni della proclamazione dello Stato ebraico e festeggia l’apertura a Gerusalemme dell’ambasciata degli Stati Uniti scatena la rabbia del popolo palestinese. Ancora una volta la protesta dei palestinesi infiamma la frontiera fra Israele e la Striscia di Gaza, come ormai avviene da settimane. Ma la contestazione dilaga anche in Cisgiordania e continuerà anche nelle prossime ore. Il 15 maggio, ogni anno, i palestinesi celebrano il giorno della Nabka, la “catastrofe”, cioè l’esodo delle popolazioni aree in seguito alla creazione dello Stato di Israele nel 1948.
La risposta dell’esercito israeliano è durissima. Secondo fonti palestinesi (il ministro della Sanità di Gaza), a metà giornata il bilancio è un vero bollettino di guerra: almeno 45 palestinesi uccisi e oltre 1.600 feriti. Ma il numero delle vittime cresce di ora in ora e, secondo Hamas, fra loro ci sarebbero anche dei bambini. Il quotidiano israeliano Haaretz ha calcolato che in sei settimane, dall'inizio delle proteste alla frontiera di Gaza, i palestinesi morti sono 88. Non ci sono invece morti israeliani.
Secondo le forze di sicurezza israeliane, in 12 località lungo la frontiera di Gaza si sarebbero raccolte fra le 35.000 e le 50.000 persone. L’ esercito israeliano parla di “violenti disordini”, con lanci di pietre e di bombe incendiarie da parte dei manifestanti. Secondo gli israeliani, la protesta di oggi mirava a violare la frontiera per compiere attacchi nei confronti delle comunità ebraiche situate nelle vicinanze. Al bilancio delle vittime reso noto dalle autorità palestinesi, Israele risponde confermando solo la morte di tre persone, colpite mentre tentavano di piazzare materiale esplosivo vicino alla barriera di sicurezza di Rafah. L'aviazione israeliana ha colpito una postazione di Hamas lungo la parte settentrionale della Striscia di Gaza.
La dura reazione dei militari israeliani, che alla frontiera di Gaza schierano tiratori scelti, è stata condannata da portavoce del governo turco, che considera gli Stati Uniti e Israele responsabili insieme del “massacro”. Anche il ministro degli esteri egiziano condanna “l’uso della forza contro marce pacifiche” e mette in guardia contro la “pericolosa escalation” della situazione. Il Kuwait ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Ora le autorità israeliane sono in allerta per un possibile lancio di missili da parte di Hamas ed è stato attivato il sistema di difesa aerea Iron Dome.
Tutto questo avviene mentre a Gerusalemme si sta svolgendo la cerimonia per il trasferimento da Tel Aviv dell’ambasciata degli Stati Uniti. Trump si è fatto rappresentare dalla figlia Ivanka, ma si è fatto sentire su Twitter cinguettando: “Un grande giorno per Israele. Congratulazioni!”.