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lunedì 07 ottobre 2024
 
Il Teologo
 

«Scopro di essere vissuto sempre nel peccato: che fare?»

02/07/2019 

LETTERA FIRMATA - Ho letto la sua lettera sulla sessualità e sono entrato in crisi. Ho 62 anni, sono vissuto sempre solo e ho risposto agli impulsi sessuali soddisfacendoli ma senza offendere alcuno. Adesso scopro di essere vissuto indegnamente perché in peccato mortale e ne sono profondamente avvilito. Che fare?

Le ricordo due verità. Nessuno si esaurisce in quello che ha fatto nel passato. Dio ci ha fatti intelligenti e liberi e abbiamo sempre la possibilità di iniziare una vita nuova. Lo dice Gesù stesso con la parabola degli operai invitati al lavoro. C’è anche l’operaio dell’ultima ora che se risponde alla chiamata misericordiosa di Dio avrà quanto l’operaio del primo turno. C’è un seconda riflessione. Per commettere peccato grave è necessaria la piena avvertenza e il deliberato consenso. Dall’insieme della sua lunga lettera sembra che lei non avesse consapevolezza della gravità del suo modo di gestire la sua sessualità. Il gesto oggettivamente colpevole non è imputabile come peccato grave se non c’è piena avvertenza, anche se stupisce che lei come cristiano non avesse questa consapevolezza. Un consiglio? Una buona confessione di tutta la vita con la certezza che la misericordia di Dio è più grande di tutti i peccati. Quando si prende coscienza di essere stati peccatori Dio non ci vuole avviliti, ma penitenti.

 
 
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