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venerdì 25 aprile 2025
 
Specola vaticana
 

L'astronomo del Papa: «Scrutare il cielo è come spiare Dio»

10/08/2018  Il direttore dell'Osservatorio della Santa Sede, fratel Guy Consolmagno, ci svela i segreti delle stelle cadenti: «Sono un fenomeno imprevedibile che rapisce la fantasia»

Fratel Guy Consolmagno sul terrazzo della Specola vaticana. Alle sue spalle, la cupola del telescopio
Fratel Guy Consolmagno sul terrazzo della Specola vaticana. Alle sue spalle, la cupola del telescopio

La notte di san Lorenzo, la notte delle stelle cadenti. Tutti siamo stati con il naso rivolto verso l’alto in cerca di una scia luminosa cui attaccare un desiderio. Fa parte della poesia dell’estate. «La tradizione cristiana le chiama proprio “lacrime di san Lorenzo”, ma per noi astronomi sono meteore e polvere cosmica», dice fratel Guy Joseph Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico della Santa Sede, uno dei più antichi in Europa. «Quando la Terra, nel suo movimento di rivoluzione, attraversa l’orbita di una cometa, incontra quella polvere. E se alcuni detriti, che viaggiano a decine e decine di chilometri al secondo, entrano nell’atmosfera, si incendiano. Allora si vede quel taglio luminoso nel cielo e si pensa che una stella sia caduta. È sempre un fenomeno imprevedibile e sorprendente, che rapisce la fantasia. A volte, parti di questi frammenti riescono a raggiungere il suolo intatte. Così diventano documenti preziosi per le nostre ricerche. Ricerche che sono un po’ come “spiare” Dio. Se infatti comprendiamo sempre più come i pianeti si sono formati, forse possiamo riuscire ad avvicinarci a Colui che ne è stato il responsabile».

Fratel Guy nel suo studio
Fratel Guy nel suo studio

Gesuita, americano di Detroit, tre lauree di cui una conseguita al famoso Mit di Boston dove ha anche insegnato, autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e di libri divulgativi tradotti in diverse lingue, fratel Guy, come vuole essere chiamato, è considerato uno dei massimi esperti mondiali di meteoriti. In suo onore, l’Unione astronomica internazionale ha battezzato un asteroide con il nome di “4597 Consolmagno”, che però è conosciuto nell’ambiente scientifico come “little Guy”. È affascinante sentirlo parlare di “stelle cadenti”, di pianeti e di vita extraterrestre perché nel suo pensiero la scienza e la fede si tengono per mano, anzi si abbracciano. «E come potrebbe essere diversamente?», esclama. «L’universo è un libro scritto da Dio. Se si impara a leggerlo, si possono decifrare i messaggi che Lui ha nascosto in ogni cosa. Fede e scienza sono complementari: la fede mi dice chi ha creato l’universo e la scienza mi spiega come ha fatto». Tornando poi alla notte di san Lorenzo, fratel Guy precisa: «In passato, il momento di massima visibilità delle meteore estive era effettivamente attorno al 10 agosto. Ma nel corso dei secoli, a causa della processione degli equinozi, il picco è slittato di due o tre giorni e così le “stelle cadenti” si vedono bene il 12 o il 13 agosto. In questo periodo, la Terra attraversa la scia che la cometa Swift-Tuttle ha lasciato nei suoi precedenti passaggi, l’ultimo dei quali è stato nel 1992. Il risultato è la pioggia di meteoriti tipiche dell’estate, il cui nome corretto è Perseidi perché sembrano avere origine nella costellazione di Perseo». Il direttore della Specola non ha mai nascosto di credere nella vita su altri pianeti. «Non esiste nulla nelle Sacre Scritture che possa confermare ma neppure contraddire la possibilità di vita intelligente oltre quella sulla Terra. Quindi si tratta di un entusiasmante campo di ricerca», dice. «Penso davvero che sia possibile la vita extraterrestre. Finora non abbiamo trovato alcuna prova certa ma la stiamo cercando. Non possiamo pensare che Dio sia così limitato da creare la vita solo sulla Terra. E l’universo potrebbe benissimo contenere altri mondi con esseri creati dal Suo Amore. Lo stesso Tommaso d’Aquino parlava di “molteplici mondi”». Per fratel Guy, «la scienza, l’astronomia servono proprio a questo: a tentare di conoscere un po’ più Dio, vedere come agisce, direi a riconoscere il “suo stile”. Quando faccio dei progressi nelle ricerche sento dentro di me una soddisfazione immensa, una gioia non diversa da quella che provo in chiesa durante la notte di Natale. Per me, è un segno sicuro della presenza del Creatore. È un conforto immenso, come la preghiera. Ricordo che sant’Atanasio, nel IV secolo, disse che l’Incarnazione di Cristo ha reso sacro l’universo stesso. Quindi studiare l’universo e le sue leggi è un po’ come pregare».

(foto di Nicola Allegri)

Dalle Perseidi alle Aquaridi, ogni stagione ha i "suoi" astri

  

Le Perseidi, le meteore estive, sono le più visibili tra tutte. Ma ve ne sono altre, come per esempio le Liridi, visibili tra il 21 e il 22 aprile: in quell’occasione si può vedere una meteora ogni quattro minuti. Sembrano originarsi dalla costellazione della Lira e provengono dalla scia della cometa Thatcher. Le Aquaridi, originate dalla cometa di Halley, sono visibili da fine aprile ai primi di maggio e si possono ammirare meglio appena prima dell’alba. Le Leonidi, che vengono dalla cometa Temple-Tuttle, si vedono attorno al 18 novembre e sono molto veloci. E poi ci sono le Geminidi, che si scorgono in novembre e le Ursidi che invece sono visibili a dicembre, nella settimana prima di Natale.

La storia della Specola Vaticana

La Specola Vaticana è l’osservatorio astronomico della Santa Sede. Fondata da papa Leone XIII nel 1891, inizialmente era dietro la basilica di San Pietro. Fu Pio XI, nel 1935, a trasferirla nella residenza papale di Castel Gandolfo. Da qualche anno una parte dei laboratori si trova nel monastero delle monache Basiliane nei Giardini papali. Ospita, tra l’altro, una biblioteca con oltre 22 mila volumi, tra cui edizioni originali di Copernico, Keplero e Newton. Dal 1981, la Specola ha un secondo centro di ricerca sul Monte Graham, in Arizona, dove ha installato un telescopio ad alta tecnologia, uno dei più grandi e sofisticati al mondo.

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