Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 13 ottobre 2024
 
Scuola Falcone
 

Scuola Falcone: "Cari ragazzi, loro rompono noi costruiamo"

14/07/2017  Dopo gli atti intimidatori, i professori rispondono a un alunno che chiede: "Perché devono sempre rompere la nostra scuola?" Diffondiamo, non lasciamoli soli.

Dopo la distruzione della statua di Giovanni Falcone alla scuola Falcone del quartiere zen di Palermo sono proseguite le intimidazioni: un uccellino morto e decapitato è stato lasciato davanti alla scuola, messaggio macabro in codice mafioso: il simbolo di chi ha cantato, di chi non ha obbedito al vincolo dell'omertà.

Gesualdo Bufalino diceva che per combattere la mafia, prima che l'Esercito, sarebbe servito un esercito di maestri, don Pino Puglisi insegnava. La scuola è dominio della parola, è il contrario del silenzio. La scuola è il presidio dello Stato dove altri pretendono di comandare, è il luogo in cui si costruisce, attraverso la conoscenza, un'alternativa al degrado.  E' il luogo in cui prende vita, e forma fisica, l'articolo 3 della Costituzione, il luogo in cui vive lo sforzo di colmare lo svantaggio di chi nasce nel disagio. E il disagio è grande in un quartiere di urbanizzazione brutale il cui nome è un programma: Zona espansione Nord, figlia degli anni in cui la Conca d'oro si fece conca di cemento, in cui l'amministrazione Cincimino spazzò le ville liberty di Palermo, inondandola di palazzoni senz'anima. 

La scuola è il luogo in cui si costruisce l'orizzonte di una vita diversa, un'altra prospettiva, mentre attorno il degrado porta degrado. Proprio quest'anno, per la prima volta, tre alunni diplomati alla Falcone si sono iscritti al liceo, segno che un altro orizzonte è difficile ma possibile. Paolo Borsellino, ucciso in questi giorni 25 anni fa, ripeteva: "Parlate della mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Ma parlatene".  

La scuola Falcone non tace, dev'essere la ragione per cui non piace a molti.

Gli insegnanti e la preside della scuola Falcone rispondendo a un loro alunno hanno scritto una lettera. La Rete la sta diffondendo: l'ha fatto per primo Alessandro D'Avenia, Tuttoscuola ha rilanciato. La diffondiamo anche noi, perché in quella scuola fanno un lavoro prezioso e difficile, non vanno lasciati soli.  

 

 

  

Ciao Gabriele, siamo i tuoi prof a scriverti.

Ieri pomeriggio, quando hai saputo cosa era successo, ci hai mandato questo WhatsApp: “Devono rompere sempre le cose della nostra scuola!”. Non sai quanti tuoi compagni si sono dispiaciuti ed arrabbiati: hanno scritto messaggi Giuseppe, Salvatore, Aurora, Alessandro, Sabrina e tantissimi altri…  Hai ragione. Ci sono alcune persone che ‘devono rompere’: è molto facile rompere, per un po’ anche divertente. Addirittura per qualcuno è l’unico modo per mostrare che esiste! Però chi ha bisogno di rompere diventa un grave problema per gli altri: non si può certo vivere accanto ad una persona che rompe; ed infatti è costretto a farlo di notte, di nascosto, quando nessuno lo vede, in modo vile. Chi rompe è vile!

E così chi rompe viene escluso, emarginato, costretto a stare in un ‘branco’ con altre persone che rompono e a trascorrere la vita con queste a farsi del male a vicenda, cercando di prevaricare gli uni sugli altri. Nel tuo messaggio ti chiedi anche perché questi ce l’hanno con ‘la nostra scuola’…

Perché la scuola è il luogo in cui, assieme alla tua famiglia ed ai tuoi prof, si costruisce: si costruisce il tuo pensiero, che ti renderà una persona responsabile, libera e nobile; si costruisce il primo nucleo di relazioni significative in cui esercitare la generosità, il rispetto dell’altro e la magnanimità; si costruisce, infine, il grande edificio delle qualità personali che saranno strumento del tuo lavoro: ecco, il lavoro… forse non ne hai sentito parlar bene, perché quelli che rompono lo bistrattano, lo ripugnano e lo disprezzano… 

Ma sarà il tuo lavoro, onesto e appassionato, che ti renderà autonomo, capace di crescere una famiglia e, non trascurarlo, di contribuire al bene comune: e riconoscerai, allora, che la scuola è il bene comune più prezioso da difendere. Che gran bisogno ha la società di avere persone con queste qualità! Il giudice Giovanni era una di queste persone, ha costruito edifici che risplendono di giustizia e di legalità.

La vita sua, di Paolo, di Padre Pino e di tutti questi eroi ci commuovono e ci appassionano, e continueremo a raccontarle e a conoscerle per imparare ad essere persone migliori.

Pensa un po’, chi rompe si illude che danneggiare una loro immagine possa danneggiare questi edifici… Ma non sa che ai tuoi prof, che vivono la scuola ed il quartiere assieme a te, piace costruire, a volte anche riparare, e lo faranno sempre con entusiasmo e determinazione. Ci rivediamo a settembre, un arrivederci a te e a tutti gli alunni della scuola Falcone. I tuoi Prof e la tua Preside”

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo