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mercoledì 21 maggio 2025
 
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La scuola che vogliamo

08/05/2014  Le famiglie italiane credono nell'istituzione scolastica ma la giudicano con severità: sono molte le azioni da fare per renderla più moderna e in grado di preparare i ragazzi al lavoro e all'università.

Più della metà dei genitori italiani crede nella scuola: secondo il 58% dei partecipanti al sondaggio on line di Famiglia Cristiana essa  è ancora un luogo educativo di cui fidarsi, ma scricchiola per il 42%. C’è quindi margine per arrivare ad avere un giudizio positivo come spiega Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari: «Alla domanda sul “grado di soddisfazione”, quasi i tre quarti danno una valutazione positiva (72,22%). C’è molto lavoro da fare ma le famiglie le credono e le affidano con qualche trepidazione i figli». I giudizi diventano però più severi se andiamo ad analizzare le varie “materie”.

Lei si fida della scuola come luogo educativo?

PREPARAZIONE PER IL LAVORO E L’UNIVERSITA’


Ci sono i problemi legati alla mancanza di soldi, che appaiono in tutta la loro evidenza da quel 92% di chi ha dovuto versare “contributi facoltativi” per acquistare servizi e materiali di base o dal 57, 27% che denuncia lo stato fatiscente dell’edilizia. Altre difficoltà meno visibili esteriormente sono più profonde e incisive. Come l’incapacità della scuola nel preparare gli alunni “ad affrontare la vita futura” segnalata dal 58,50% e “lo scarso collegamento con il mondo dell’università e del lavoro” che preoccupa il 79,18%. Un dato che commenta così Daniele Checchi, docente di Economia del lavoro presso l’Università Statale di Milano: «Dalle risposte dei genitori emerge preoccupazione: la scuola non è un’assicurazione per il futuro. Né per quello lavorativo, né per quello fatto di sfide della vita, di solidità emotiva e relazionale. Da una parte giudicano i contenuti astratti e poco pratici. Dall’altra, avendo presente l’attuale mercato del lavoro, ne percepiscono l’insicurezza. Vivono per primi il precariato e l’insicurezza e di conseguenza la temono per i figli».
Lo scarso collegamento con il mondo dell’università e del lavoro è uno dei problemi più evidenti della scuola italiana?

La fotografia è quindi quella di un’istituzione granitica, un tempio della conoscenza (gli alunni sono preparati bene o molto bene secondo il 64,64%) che ha però bisogno di importanti interventi per collegarsi al mondo reale e rinvigorire insegnanti e studenti. Non a caso l’88,33% chiede che vengano sviluppate le dotazioni tecnologiche e l’apprendimento delle nuove tecnologie. E l’incremento della lingua inglese, che è ormai il passaporto per il futuro lavorativo dei figli viene richiesto dall’84,3%. Segno ce in questi campi sino ad ora non è stato fatto abbastanza .

IL RUOLO DEGLI INSEGNANTI

La scarsa preparazione e formazione degli insegnanti è uno dei mali della scuola per il 40% i docenti italiani non sono preparati e in particolare per il 69% non ricevono una formazione adeguata alla relazione con gli studenti.
Uno dei principali snodi da risolvere per risollevare la scuola, riguarda quindi proprio i docenti di cui si riconosce nel sondaggio il ruolo e quindi l’importanza di dar loro uno stipendio più adeguato (lo pensa il 61,53%) o magari anche “incentivi economici in base al merito” come vorrebbe il 78,52%.

Secondo lei gli insegnanti hanno uno stipendio:

Completamente d’accordo Paola Spotorno, insegnante che cura la rubrica “Pianeta scuola” su Famiglia Cristiana: «Bisogna ridare dignità con incentivi non uguali per tutti e con aggiornamento e formazione obbligatori e costanti. Ogni anno gli insegnanti dovrebbero rivedere la programmazione adeguandola ai tempi proprio per colmare il divario con il mondo del lavoro e dell’università». Spezza poi una lancia a favore dei colleghi più giovani: «Chi inizia ora questa professione è più attrezzato per affrontare le sfide di un’educazione moderna».

RAPPORTO FAMIGLIA - SCUOLA

Per quanto riguarda il rapporto tra le famiglie e la scuola emerge un doppio problema: da una parte lo scarso impegno dei genitori (colto dal 72,81%), dall’altra c’è un 42,30% ritiene che i genitori non siano sufficientemente ascoltati dai referenti scolastici.
Lo scarsa partecipazione dei genitori – spiega Belletti – si scontra però col fatto che «quando entrano in gioco alcuni temi fondamentali la vigilanza rimane alta: il 76,14% chiede che le famiglie vengano obbligatoriamente interpellate quando si affrontano temi legati all’affettività e al genere sessuale». Infine resta acceso il conflitto , purtroppo sempre e solo ideologico, riguardante le scuole paritarie. Belletti segnala che: «ben il 65,15% crede che si debba consentire una reale libertà di scelta tra scuola statale e scuola paritaria senza aggravi dei costi per le famiglie».

Secondo lei i genitori devono essere obbligatoriamente consultati quando si attuano iniziative didattiche che riguardano lomosessualità e la transessualità?
IL DECRETO DEL GOVERNO

Per quanto riguarda lo stato fatiscente dell’edilizia, che il Governo sta cercando di fronteggiare con un apposito decreto il 73,10% è soddisfatto di questa decisione ma non tutti lo ritengono il “provvedimento più urgente da finanziare (45,41% ) e ben i tre quarti degli intervistati (73 %) non crede che ci riuscirà entro il 2014. Alla domanda se il governo Renzi riuscirà a realizzare alcune riforme decisive per la scuola italiana i cattolici si spaccano: per il 50,8% poco - pochissimo; per il 49,2% abbastanza molto.
Secondo lei il Governo Renzi riuscirà a realizzare alcune riforme decisive per la scuola italiana?

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"La scuola che vogliamo": tutti i risultati del sondaggio
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