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giovedì 03 ottobre 2024
 
 

Scuola, la protesta corre in Rete

12/10/2012  Studenti e professori manifestano in 90 città. Con la solidarietà di lavoratori e pensionati. Ecco cosa scrivono sui social network.

Studenti, disoccupati e lavoratori insieme. Da quanti decenni non accadeva? Così Francesco, “lettore appassionato” commenta su Twitter le manifestazioni di oggi. “Portiamo avanti la protesta di noi studenti desiderosi di un mondo migliore”, spiega Federico, studente di un liceo classico di Cagliari. Di motivi per scendere in piazza oggi i ragazzi ne hanno tanti, come studenti e come giovani cittadini. Basta leggere le loro parole di protesta sui social network per capire come la rabbia per i tagli alla scuola vadano a sommarsi all’indignazione – che accomuna tutte le generazioni, in verità – per quanto sta accadendo nelle stanze della politica, da Roma a Milano. Sotto l'ashtag #12ott la cronaca di una giornata di proteste, un flusso di pensieri, delusioni e speranze. Una giornata tutt’altro che facile con manifestazioni in 90 città: i ragazzi protestano, i docenti li applaudono e tutti, studenti e “prof”, si ritrovano in piazza per chiedere più attenzione al futuro della scuola. Non li ferma neanche il diluvio, come sta accadendo a Napoli.


Nella capitale il corteo sfila per via dei Fori imperiali al grido “La cultura non è in vendita”, cercando di forzare i blocchi dei celerini, fino a riuscire ad andare a protestare sotto la sede del ministero dell’Istruzione, mentre dai balconi la gente applaude questi giovani che chiedono un futuro. Il clima pare disteso, mentre gli studenti distribuiscono carote rispondendo al ministro Profumo che ha detto per la scuola “Ci vuole il bastone e la carota”. Lancio di carote anche a Torino, dove sacchi di ortaggi sono stati scaricati sotto la sede del Miur dove i ragazzi sono stati chiari con lo slogan: “Profumo tieniti le carote, tieniti i bastoni e caccia li soldi!”. A Milano la protesta si è “divisa” con gruppi di studenti sotto il Pirellone gridando “Fuori la mafia dalla Regione” e l’invito “Formigoni go home”: la manifestazione ha portato a tafferugli, con i ragazzi che strappano le bandiere della Regione e il lancio di fumogeni.

Save schools no banks. Oggi in discussione in commissione parlamentare c’è il progetto di legge 953 con il quale cambia la rappresentanza e la partecipazione studentesca, oltre ad ammettere l’ingresso di privati all’interno dei consigli dell’autonomia (gli attuali consigli d’istituto): e proprio sull’ingresso dei privati insiste la protesta degli studenti che chiedono invece una riorganizzazione dell’istruzione meritocratica, con più borse di studio e meno interessi privati: a Milano uova e fumogeni sono stati lanciati contro la sede di Unicredit di piazza Cordusio. Sulle conseguenze molto pratiche dei tagli si concentra anche la manifestazione di Firenze dove studenti e professori si sono uniti in un unico corteo che ha fatto tappa al liceo Galilei dove è crollato un soffitto: “Ecco il destino della scuola italiana”, twittano gli studenti. 

Genitori e figli. Non sono solo i professori ad essere accanto ai ragazzi. Lo sono molti lavoratori, i pensionati, i cittadini comuni che sopportano il traffico bloccato, le corse saltate dei bus, le strade chiuse. Solidarietà arriva anche dai genitori. Un padre scrive: “Sto con i figli miei, i quali a loro volta stanno con me”. “Difendete con determinazione anche i miei diritti”, invita un operaio. I tagli, alla scuola, al welfare, alla sanità, mettono d’accordo tutti.

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