Cara prof, sono un docente come lei e le chiedo: ma se i programmi nazionali non esistono più, se esistono linee guida e un’ampia autonomia delle scuole nelle scelte didattiche, secondo lei, rispetto ai libri di testo, le scuole non potrebbero decidere di non adottarli ma proporre dispense autoprodotte? Questo potrebbe essere di grande aiuto sia per le famiglie per ridurre i costi, sia per gli studenti e forse anche per i docenti che possono seguire davvero una programmazione legata al loro contesto.
Guido
Caro guido, quello dell’adozione dei libri di testo è un’annosa questione intorno alla quale ruotano interessi molteplici. Entrando in questi giorni in un’aula di una qualsiasi scuola dello Stivale, ti imbatteresti in pile di libri portati dai rappresentanti delle case editrici per la presentazione ai docenti, nella speranza che vengano adottati. Carta, carta, carta che stona davvero molto con gli sforzi che si fanno per evitare sprechi e rendere più sostenibile il mondo.
Anche perché, in un’epoca digitale, ridurre il consumo di carta renderebbe la scuola ecosostenibile e green, aiuterebbe gli studenti a liberarsi del peso eccessivo dello zaino e creerebbe finalmente quell’interazione tra insegnanti e studenti che tanto si auspica all’interno della scuola. Ancora meglio sarebbe se tale interazione arrivasse anche attraverso la realizzazione in ogni classe di dispense costruite secondo il percorso e la progettazione didattica che si intende seguire.
Tutto ciò è possibile e consentito, per rispondere alla tua domanda, dal fatto che il Collegio docenti può deliberare di non adottare il tradizionale libro di testo per alcune discipline e decidere di sperimentare l’impiego di materiali autoprodotti, quali dispense o materiale digitale in coerenza con il piano dell’offerta formativa. L’importante è che questa scelta venga fatta avendo cura di inserire nel piano dell’offerta formativa un progetto che rispetti quanto previsto dalle norme sulla sperimentazione e sulla ricerca educativa.
Un libro prodotto a scuola sarebbe un libro costruito dai docenti per i propri alunni, per i loro bisogni, per le loro domande: vera espressione della personalizzazione dell’insegnamento. C’è però un limite e un pericolo che credo di dover segnalare: l’onere di lavoro che ricadrebbe sulle spalle dei docenti senza nessun riconoscimento né di tipo economico né professionale. Inoltre, c’è il rischio che possa mancare la solidità scientifica e teorica che un il libro di testo tradizionale garantisce. Sono certa, però, che la direzione diventerà quella di affiancare i due differenti supporti di studio, il caro vecchio libro e le dispense autoprodotte, magari digitali. Questo potrà rendere più leggere le cartelle dei nostri ragazzi e meno gravose le spese per le famiglie.