Cara collega, le scrivo in un momento di profonda frustrazione. Insegno in una scuola media del centro di Milano e alla fine di dicembre, poco prima delle vacanze, ci siamo confrontati con i colleghi del consiglio di classe sui possibili giudizi orientativi per il proseguimento degli studi superiori al fine di indirizzare i nostri studenti di terza. E abbiamo lavorato pensando veramente al bene di ognuno di loro. Una volta trasmessi alle famiglie qualcuno ha storto il naso ma sono rimasta sconcertata dall’arroganza di una madre che con una lettera al limite della buona educazione ci ha espresso tutto il suo disappunto per il nostro giudizio di istruzione tecnica al suo ragazzo: “Nella mia famiglia mai nessuno ha fatto il tecnico”. Il dirigente ci ha riconvocato ma per fortuna il giudizio non è cambiato. So per certo però che la famiglia farà diversamente. Ma non sarebbe ora di finirla con questi giudizi?
Lucia
Cara Lucia, più che frustrante io direi deprimente! Non molto tempo fa ho letto un interessante articolo del pof. Dell’Oro che da molti anni si occupa e scrive di orientamento scolastico. Metteva in risalto come in una scuola del centro di Milano, che mi sembra possa assomigliare molto alla tua, la maggior parte degli alunni esprimessero il desiderio di iscriversi al liceo, classico o scientifico, e solo pochi, i più deboli, all’istituto tecnico o professionale. E questo perché nei quartieri del centro le famiglie ritengono possibili solo gli studi liceali per i loro figli. Poco importa poi se i ragazzi siano motivati o portati, l’importante è che siano licei. La tua lettera mi conferma purtroppo questa tendenza.
Sarebbe importante però sensibilizzare di più sia i ragazzi che le famiglie sullo spessore di molte scuole tecniche, capaci di trasmettere competenze spendibili e richieste dal mondo del lavoro, senza dimenticare l’impianto culturale. Tu e i tuoi colleghi vi siete giustamente interrogati sulle capacità dell’alunno più che sulla sua classe di provenienza e, altrettanto giustamente e professionalmente, non vi siete fatti condizionare dai modi non ortodossi di una madre. Sono assolutamente d’accordo con te, il sistema e l’organizzazione che porta a questa scelta andrebbe ripensato e rivisto, ma soprattutto credo, come già altre volte ho scritto, che il momento della scelta della scuola superiore sia assolutamente inadeguato vista l’età degli studenti. Chi insegna alle superiori sa bene infatti come, per almeno tutto il primo anno, ancora molti studenti non siano per nulla sicuri delle loro scelte. Questo determinerebbe però un ripensamento di tutto il sistema dei cicli scolastici che al momento ritengo del tutto improbabile.