Aspettavo mio marito per Ferragosto, in Puglia. Non è venuto. Ha detto che l’azienda (lui la chiama pomposamente così, ma è una dittarella da quattro soldi) ha ancora bisogno di lui; il figlio grande – 17 anni – mi ha guardato con commiserazione. «Ma non ti sei accorta che ha l’amico?!». Sono desolata, non so cosa fare.
MICHELA
— E siamo desolati anche noi, cara Michela! L’amico – come insinua tuo figlio – indica un rapporto omosessuale. La nostra riflessione, allora, prende due strade, per quanto dolorose. La prima: com’è che tu non ti sei accorta di nulla? Nella lettera ci racconti che lui ultimamente si è molto “raffreddato” anche sessualmente e tu hai sempre attribuito questo allo stra-lavoro per la ditta. E ora questo “vuoto” (lui non scende nel vostro appartamento in Puglia per fare Ferragosto con la famiglia) non solo ti fa sentire quel “vuoto” assai più profondo, ma «irrimediabile», come dici. Lo capiamo bene: ti senti sconvolta, ma questo potrebbe farti riflettere sul fatto che un matrimonio non va lasciato a sé stesso, come una sorta di “bene immobile” che si dà per scontato; la relazione d’amore si cura, cara Michela! La domanda «Che cosa posso fare perché il mio amore fiorisca?» non è una domanda inutile, anzi; il patto a due va coltivato come un fiore prezioso, ma nella direzione giusta: non in quella scontata monotona del “che cosa ci posso fare”? Questo periodo di vuoto può aiutarti a chiarire che cosa vuoi fare per coltivare il tuo amore. E a questo punto la prima cosa non è sbattergli in faccia le tue supposizioni, ma chiedergli: «Che cosa siamo noi due? Una coppia? Che cosa stiamo facendo per la nostra coppia?». Lo devi a te stessa questo chiarimento, cara Michela! E se lui mostra ancora interesse vero per il vostro matrimonio, prova a “coltivarlo”. Anzitutto con la fiducia. La seconda riflessione verte sull’insinuazione di tuo figlio diciassettenne che il papà intrattenga con l’amico un rapporto omosessuale; evidentemente, questo giovane figlio è chiamato in causa dalla tua disperazione. Da una parte si mette in stato d’accusa verso il padre e dall’altra vuole aprirti gli occhi. Ciò che ne ricava è una grande amarezza, uno sconforto che rischia di essere troppo pesante per le sue giovani spalle. Immaginiamo che tu l’abbia “tirato dentro” con la tua delusione per l’assenza del padre. Michela, fuori i figli dal rapporto di coppia! Ti conviene dirgli: «Questa è una cosa che riguarda solo noi due, caro figlio! Sta’ sicuro che chiarirò con mio marito, il quale in ogni caso rimane tuo padre!». Auguri!