(nelle foto: Rowan Atkinson nei panni di Mr. Bean)
Ci sono un italiano, un siciliano e un napoletano … No, non è una barzelletta di Salvini. E nemmeno una battutaccia di un ubriaco di un'osteria padana al terzo bicchiere di rosso. Sono i moduli di iscrizione on line di alcuni circoscrizioni scolastiche inglesi e gallesi dedicate agli studenti italiani. Nemmeno l’Umberto Bossi prima maniera avrebbe osato tanto, dividendo gli italiani in (testuale) “italiani, italiani-siciliani e italiani napoletani”, due sottocategorie di impronta talmente razzista, quest’ultime, che hanno portato perfino alla protesta dell’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano. Il quale ha ricordato agli inglesi, con perfetto humour britannico che “l’Italia è unita dal 1861”.
Gli autori dei questionari si sono giustificati asserendo che la suddivisione è a fin di bene, “per non discriminare” che ci pare una giustificazione sinceramente idiota. E giustamente Terracciano ha aggiunto che “di buone intenzioni è lastricato l’inferno”. Tra gli effetti perversi di Brexit c’è quello di aver fatto nascere una nuova figura antropologica immaginaria che incarna una certa categoria dello spirito: il “britaliota”. Il “britaliota”, confortato dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, professa anche una massiccia avversione verso gli stranieri, irrorata da una massiccia dose di ignoranza. Una specie di Mr Bean meno goffo e più retrogado. E’ certamente xenofobo, poco intelligente e forse anche invitabilmente razzista. Crede che gli italiani portino la coppola, abbiano almeno un mafioso in famiglia e mangino spaghetti anche a colazione.
Il "britaliota", subito intercettato dalla politica, è un fenomeno in ascesa e produce effetti stranianti come quello della ministra inglese Amber Rudd, che aveva proposto liste di proscrizione degli stranieri nelle aziende britanniche, una proposta talmente idiota (chissà chi è il britaliota che gliel'ha prospettata) che ha dovuto ritirarla in tutta fretta dopo essersela vista bocciata dagli industriali inglesi e dal Parlamento di Westminster al completo, compresi i colleghi ministri. E anche nel caso dei questionari il Foreign Office ha dovuto scusarsi il giorno dopo. Il "britaliota" ragiona con la sua testa come i lemming, predilige la birra e il whisky alle tradizionali "cup of tea" (che almeno lo aiuterebbero a mantenere un minimo di lucidità), si annida e si riproduce come i conigli nelle verdi vallate inglesi e gallesi e finisce per produrre veri e propri monumenti alla stupidità come i questionari citati. Infine, dopo aver prodotto scempiaggini sesquipedali, spesso le ritira e si scusa ("ops, sorry..."). Dio salvi la regina e salvi noi dai “britalioti”.