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giovedì 08 giugno 2023
 
 

L'Italia e i suoi divari: i dati dell'Istat

24/02/2014  Istat e Ocse calcolano il capitale umano degli italiani e ci mostrano che la media è la più bassa dei Paesi presi in considerazione, ma appaiono grossi divari anche in riferimento al genere e all'età delle persone.

Per "capitale umano" si intende a capacità di generare reddito e i dati Istat, che fanno parte di un progetto promosso dall’Ocse Human Capital, per la prima volta diffondono le stime di questo valore ed emerge con prepotenza una triste realta: il capitale umano delle donne è ridotto quasi della metà (-49%).
Un complicato calcolo che tiene conto della formazione, delle condizioni del mercato del lavoro e delle tendenze demografiche stima che la media nazionale è di 342.000 euro ma osservando questa cifra secondo il genere appaiono due numeri molto lontani tra loro: «Forti appaiono le differenze di genere nella dotazione di capitale umano: il 66 per cento dello stock complessivo si concentra nella componente maschile, per la quale il capitale umano pro capite è pari a 453 mila euro contro i 231 mila euro delle donne». 

Un altro grosso divario si ritrova comparando le diverse fasce d'età: il capitale umano pro-capite di un giovane è pari a oltre 556 mila euro, contro i 293 mila euro dei lavoratori nella classe centrale (35-54anni) e ai soli 46 mila euro dei lavoratori tra 55 e 64 anni. «Va però rilevato che l'alto livello della disoccupazione giovanile nel nostro Paese», spiega l'Istat, «suggerisce forte incertezza circa la possibilità per i giovani di inserirsi nei processi produttivi». Ed «è quindi possibile che sia realistico rivedere al ribasso la stima dei redditi da lavoro attesi e di conseguenza quella del valore del capitale umano complessivo del Paese».

Infine in tutto questo comparando i dati Italiani a quelli degli altri Paesi (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia e Spagna) che hanno aderito al progetto Human Capital dell'Ocse. Nel 2006 quindi «l'Italia presenta una più bassa incidenza di capitale umano sul Pil nominale: 8,8 volte il Pil contro le oltre 11 volte della Spagna o le 10 volte e mezzo degli Stati Uniti».

 Anche se, prosegue l'Istat, nel decennio compreso tra il 1998 e il 2008 in Italia si è osservata una crescita, dovuta all'aumento del tasso di occupazione e del livello d'istruzione della popolazione, fondamentale per misurare il capitale umano.

 
 
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