Il Safer Internet Day celebrato nei giorni scorsi è stata l'occasione per fare delle riflessioni profonde sull'utilizzo della Rete che ormai sconfina sempre più spesso nell'abuso. E il richiamo a un'assunzione collettiva di responsabilità lanciato da Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, risuona come e più di un semplice campanello d'allarme: la macchina del fango è già "social". A noi il compito di correre ai ripari, subito. «La rete è un amplificatore straordinario della realtà, è una lente d'ingrandimento di umane virtù e debolezze. Occorre vigilare sugli eccessi e sui pericoli, investire nella scuola, nella cultura, aiutare i genitori e gli operatori sociali. Ma più di ogni altra cosa è necessario accrescere la consapevolezza dei ragazzi, tra spirito critico e condivisione di valori, rafforzando le occasioni di dialogo e l’ascolto».
Gli ultimi dati su questi temi delineano un quadro più che preoccupante: il 23% degli under 18 in Italia trascorre tra le 5 e le oltre 10 ore su Internet (+4% rispetto al 2013), l’8% è connesso 24 ore su 24; il 44% non ha bisogno di una postazione per connettersi ma lo fa da qualsiasi posto, grazie alla diffusione del wifi e di dispositivi internet mobili come gli smartphone, posseduti dall’85% di under 18. La rete è il luogo della “gioia” e della socialità, ma anche dei “ dolori” che arrivano ad esempio dal cyber bullismo, la principale minaccia nella vita di adolescenti e pre-adolescenti, secondo il 69% di essi (a seguire la droga per il 55%, le molestie/aggressioni da parte di adulti per il 45%).
Alla luce di ciò ha preso forma la campagna "Se mi posti ti cancello", iniziativa del progetto Generazioni Connesse - Safer Internet Center Italiano, il parternariato composto da alcune tra le principali realtà italiane che si occupano di promuovere fra i minori un uso consapevole dei nuovi media (Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Polizia postale e delle comunicazioni, Save the children Italia, Telefono Azzurro, cooperativa E.D.I., Movimento difesa del cittadino) sotto la guida del Ministero dell'Istruzione, Dell'università e della ricerca. La campagna parte da uno spot e prosegue con una web serie rivolta a tutti gli adolescenti italiani affinché escano allo scoperto e raccontino la loro vita digitale per condividerne i lati positivi e anche quelli meno buoni con i loro coetanei.
Perché in situazioni difficili, spesso la reazione è quella di chiudersi: nello specifico alla domanda i tuoi coetanei come si comportano se qualcuno li prende di mira, il 15% dei ragazzi risponde non si confida con nessuno, il 28% ne parla con i genitori, il 41% con gli amici. E chiamati a indicare le principali conseguenze di atti di cyber bullismo, il 69% dei ragazzi e delle ragazze indicano l’isolamento e la perdita della voglia di uscire e frequentare gli amici, il 62% il rifiuto ad andare a scuola, a fare sport o altro, il 53% l’insorgere della depressione, il 45% il chiudersi nel silenzio e il rifiuto a confidarsi.
Altri dati interessanti sono emersi dal rapporto "Net children go mobile: risks and opportunities": il 51% dei ragazzi di 9-16 anni utenti internet in Danimarca, Irlanda, Italia, Regno Unito e Romania possiede uno smartphone e il 45% lo usa quotidianamente per andare online; il 20% possiede un tablet, ma il 30% usa un tablet ogni giorno per accedere a internet. Ma le diferenze fra paesi sono ancora notevoli: in Italia il 45% dei ragazzi che usano internet ha uno smartphone, e il 42% accede alla rete quotidianamente dal cellulare.
I ragazzi non sono soddisfatti dei contenuti che trovano in rete: il 43% dei ragazzi di 9-16 si dice pienamente soddisfatto dell'oferta online per bambini e giovani, ma solo un terzo dei più piccoli (9-10 anni) è d'accordo con l'afermazione "su internet ci sono molti contenuti adattai ai ragazzi della mia età". I ragazzi più soddisfatti sono gli inglesi (57%) e gli irlandesi (51%). Nei paesi in cui l'inglese non è la prima lingua, invece, c'è più insoddisfazione: solo il 40% dei ragazzi romeni, il 37% dei coetanei danesi e il 30% degli italiani è valutata positivamente.
I contenuti user generated negativi (come siti che incitano all'odio e al razzismo, promuovono anoressia e
bulimia, consumo di sostanze, o autolesionismo e suicidio - sono i rischi più difusi (31%) fra i ragazzi di questi paesi. Al secondo posto la comunicazione con persone conosciute online (30%), che di per sé non è necessariamente negativa ma un'opportunità per fare nuove amicizie e condividere i propri interessi. Difusa anche l'esposizione a contenuti pornografici on e offline (29%). Il 27% dei ragazzi riporta un'esperienza di bullismo, ma solo il 14% è stato 'bullato' su internet o sul cellulare (cyberbullismo). I rischi meno comuni sono i messaggi sessuali (sexting) e gli incontri ofline con persone conosciute su internet, sperimentati rispettivamente dal 13% e dal 12% dei ragazzi. I ragazzi danesi e romeni sono più esposti ai rischi online dei coetanei in irlandesi, inglesi e italiani.
Giovanna Mascheroni, ricercatrice OssCom - Centro di ricerca sui Media e la Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano e coordinatrice di Net Children Go Mobile, commenta: «Rispetto al 2010 - anno dei dati EU Kids Online - abbiamo osservato un incremento nel numero di ragazzi che riporta di aver incontrato uno o più rischi su internet, soprattutto fra quanti usano smartphone e tablet. Non si tratta, tuttavia, di una relazione causale, ma della stessa correlazione osservata nel 2010: i ragazzi che usano internet di più - quindi gli adolescenti e i ragazzi che usano smartphone e tablet- incontrano più rischi. Più i ragazzi usano internet in una varietà di contesti e da una molteplicità di piattaforme, maggiore è il rischio di imbattersi in esperienze potenzialmente negative».