Se Muti non dirige a perderci sono i musicisti 03/10/2014 Il muro contro muro dei sindacati al Teatro dell'Opera di Roma alla fine ha portato alla rinuncia di Riccardo Muti, che avrebbe dovuto dirigere l'aida di verdi e le Nozze di Fifaro di Mozart. Ma non è Muti il più penalizzato da questo assurdo finale. Sono i professori che avrebbero potuto stare alla ribalta suonando con lui. 0 0 0 Invia ad un amico Riduci carattere Ingrandisci carattere Stampa la pagina Pino Pignatta pinopignattapino.pignatta La rinuncia di Riccardo Muti a dirigere al Teatro dell’Opera di Roma L’Aida di Giuseppe Verdi e Le nozze di Figaro di Mozart è innanzitutto una sconfitta per la musica e per i melomani: la scena artistica italiana s’impoverisce. E poi, certo, è anche una sconfitta per i professori d’orchestra di Roma. Perché Riccardo Muti è ormai un gigante, una star, e dirige anche a Chicago dov’è osannato. Che cosa può perdere davvero Muti da questo suo gesto eclatante? Una carriera? Un’occasione di mettersi in mostra? Chi ci perde davvero molto, in immagine e opportunità, è l’Orchestra del Teatro di Roma. I professori protestano perché rivogliono l’organico completo e i contratti a tempo indeterminato (comprensibile). Ma una eccessiva e superata sindacalizzazione, visto come evolve il mondo del lavoro, fa male solo ai musicisti. Sono loro che grazie a Muti, direttore onorario a vita del loro Teatro, potevano mettersi in mostra davanti al mondo con Verdi e Mozart. E non lo faranno. Peccato