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Se nonno ha l'Alzheimer, ma nonna non lo accetta

07/12/2017  Secondo il nostro esperto, la sofferenza della nonna probabilmente deriva non solo dal grande impegno che la gestione di questa malattia richiede, ma anche dal constatare che quella persona con cui si è condivisa la vita, ora sembra non conservare dentro di sé più nulla.

In casa nostra c’è un nonno che soffre di Alzheimer. Con noi abita anche la nonna che purtroppo non ha accettato questa diagnosi e tutto ciò che la malattia porta con sé. Così ogni giorno i miei figli assistono a scene in cui lei, esausta per la situazione, risponde male al marito, anziano e malato, che continua a chiedere mille volte le stesse cose. Io con mio marito cerco di mediare e di aiutare nostro figlio di tre anni a rielaborare la situazione, spiegandogli la malattia del nonno e invitandolo a essere gentile e affettuoso. Bisogna però ammettere che a casa nostra non c’è mai serenità e spesso il nostro modo di stare in relazione gli uni con gli altri è compromesso perché siamo tutti agitati, arrabbiati o molto nervosi.

CAROLINA

— Gentile Carolina, la malattia che ha colpito tuo suocero ha un impatto molto forte sulla vita di una famiglia: tua suocera probabilmente è stanca e triste. La sindrome di Alzheimer ha molti modi di manifestarsi e nei casi più gravi la persona che ne soffre diventa completamente estranea, in termini emotivi e affettivi, a ciò che la circonda. La sofferenza della nonna probabilmente deriva non solo dal grande impegno che la gestione di questa malattia richiede, ma anche dal constatare che quella persona, quella con cui si è condivisa la vita, ora sembra non conservare dentro di sé più nulla della propria vicenda esistenziale. Tuo nipote non conosce la storia e l’amore che ha unito i due nonni nel tempo precedente: oggi lui constata solo la presenza di una nonna che non sembra rispettosa del proprio compagno. Le spiegazioni che date al vostro bambino in relazione alla malattia del nonno probabilmente gli saranno anche utili: ma come affermi anche tu è inevitabile che lui rimanga confuso nel vedere una nonna che dice brutte parole e che magari a volte fa gesti scortesi nei confronti del marito. Più che interrogarvi su come aiutare il bambino, io vi direi di spostare il focus dei vostri sforzi sull’aiuto alla nonna. Dategli la possibilità di avere un po’ di tempo per sé. Chiedete l’aiuto di un’associazione di volontariato del vostro territorio affinché per qualche ora del giorno ci sia qualcun altro che assista il nonno. Consultate la sede dell’associazione dei famigliari dei malati di Alzheimer sul territorio e fatevi dare consigli concreti per una gestione migliore e più serena della malattia. Facilitate le visite a casa di amici di famiglia che permettano alla nonna di parlare con qualcuno di tante cose, senza trovarsi sempre e solo a confronto con il marito malato. Se riuscite a ridurre il senso di fatica e solitudine della nonna, la situazione in casa vostra potrebbe migliorare.

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