Sono la mamma di una
bambina che ha finito
la seconda elementare.
Alla fine dell’anno le maestre mi
hanno detto che, a seguito dei
test di screening per valutare la
possibile esistenza di disturbi di
apprendimento, è risultato che Anna
molto probabilmente è dislessica.
Io mi sono sentita malissimo ed ho
pianto. Già alla fine del quadrimestre
avevo capito, visti i risultati e anche
dai colloqui con le maestre, che
le cose non procedevano per il
meglio e che Anna faceva fatica
a scrivere e a leggere, ma questa
notizia mi ha veramente buttato
giù. Mi chiedo se non si poteva
capire e intervenire prima, ora dovrà
iniziare la logopedia e spero che
serva. Sono una mamma sola che
lavora tutto il giorno e questo mi fa
sentire terribilmente in colpa, questo
proprio non ci voleva.
ROSA
Cara Rosa, non è facile accettare
che nostro figlio faccia fatica a scuola,
l’idea che qualcosa in loro non vada
ci fa stare male perché è un po’ come
se noi non fossimo stati all’altezza
di farli funzionare nella modalità
“normalità”. Se poi si affronta da soli
il cammino, può sembrare ancora più
dura. Ma cara amica, non sei sola, fai
parte insieme a tua figlia della
comunità scolastica. Le maestre
hanno giustamente effettuato i test
di screening, che, pur non essendo
diagnostici, sicuramente fanno
emergere dati importanti e quindi ora ti
invitano a richiedere una valutazione
specialistica per la diagnosi, che ti
consiglio di prenotare al più presto,
visto che nelle strutture pubbliche
i tempi sono, purtroppo, lunghi.
Altrettanto giustamente ti hanno
consigliato di iniziare un percorso di
logopedia: prima si inizia, infatti,
maggiori saranno le possibilità di
recupero. Anna è dislessica, ma non ti
devi colpevolizzare per questo e tanto
meno pensare che la tua bambina sia
gravemente malata perché la dislessia
non è una malattia. Se si adottano
le strategie adatte, come appunto
la logopedia, se verranno utilizzate
in classe criteri didattici adeguati,
se sarà adottata una metodologia
adatta al suo stile di apprendimento,
pronta a cogliere e sfruttare ogni
opportunità e ad accendere il motore
della motivazione sarà meno dura
di quello che ora pensi. Infine, non
sentirti in colpa perché lavori tutto il
giorno e soprattutto non trasmetterle
le tue paure rispetto alla sua difficoltà.
Il tempo che passi con lei deve essere
sereno e la devi far sentire capace. È
proprio sull’autostima che molto spesso
si gioca il futuro scolastico e non solo,
degli studenti con disturbi specifici di
apprendimento.