LIVIO A. - Spesso abbiamo notizia di persone massacrate con crudeltà. Come cattolico dovrei pensare che il corpo di chi compie tali crimini è «sede dello Spirito Santo e tempio di Cristo», ma fatico a crederci.
Il corpo è “tempio dello Spirito” nella misura in cui è abitato dalla grazia, in quanto cioè la persona vive o tende a vivere in comunione con Dio in Gesù Cristo e nella Chiesa. Tale comunione non riguarda solo la dimensione spirituale dell’esistere, ma coinvolge tutta la persona, quindi anche la sua corporeità. Così, anche il disordine morale non è solo una scelta interiore, ma coinvolge il corpo, attraverso il quale si compiono anche efferati delitti, come anche le azioni più meritevoli. Insieme anche alle scienze andiamo sempre più riscoprendo l’unità psicosomatica della persona e ciò dal punto di vista credente significa il coinvolgimento totale nell’esperienza della grazia, attraverso i sacramenti. Ecco perché il poeta scriveva che «i corpi saranno giudicati» e quindi nell’altra vita riceveranno ricompensa o punizione, essendo partecipi del bene e del male in questa storia.