Come ha detto Giovanni Paolo II in una famosa catechesi, l’Inferno è una «reale possibilità», proprio perché la fede implica l’esercizio della libertà da parte dell’uomo, contemplando la Rivelazione e anche il rifiuto. Dio rispetta a tal punto le nostre scelte libere da mettere a rischio il suo progetto d’amore, che «vuole che tutti gli uomini siano salvi». Poiché, però, non ci è dato stabilire il grado di consapevolezza e di responsabilità dei singoli, la sapienza della Chiesa non esclude che l’Inferno sia vuoto, anche perché i credenti lavorano e sperano perché nessuno lo abiti. L’attesa così si carica di speranza non per un facile ottimismo e la rinuncia a ogni differenza fra bene e male. Di qui l’invito a non forzare la parola di Dio oltre l’interpretazione che ce ne offre la Chiesa e a riporre la nostra fiducia nel Dio misericordioso e fedele, rinunciando ad atteggiamenti di condanna dei nostri fratelli, vivi o defunti.