Non si placano le polemiche riguardanti il calo delle vaccinazioni e la recente morte di una neonata, a Bologna, che si è ammalata di pertosse. A seguito dell’impegno di una mamma che ha dato il via a una petizione on line (raccogliendo 16.000 firme in due giorni) per chiedere al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di rendere obbligatorie le vaccinazioni per chi va a scuola, qualcosa si è mosso e su vari fronti si comincia a cercare risposte per questo problema.
Innanzitutto il tema è stato dibattuto dagli assessori regionali alla Sanità, riuniti a Roma. Finora anche se non si erano fatti i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti a scuola. «Bisogna porsi il tema che l'accesso alla scuola pubblica sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie» riflette però Sergio Venturi, coordinatore degli assessori regionali. E aggiunge: «Il diritto all'accesso agli studi è costituzionale così come lo è anche il diritto alla salute».
Sulla stessa linea d'onda il deputato PD Filippo Crimì che annuncia di avere deciso con alcuni colleghi di intervenire, con norme idonee, presentando alla Camera un progetto di legge che reintroduce l'obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell'obbligo.
La voce ufficiale del Ministero della Sanità la riporta il Direttore Generale alla Prevenzione Ranieri Guerra, il quale ha confermato che «si sta pensando a un'ordinanza per condizionare l'iscrizione a scuola all'avvenuta vaccinazione». In un momento in cui per le vaccinazioni si scende sotto la “soglia-rischio” del 95%, lo Stato ha il dovere di proteggere la comunità scolastica: «Se non sei garantito dalla vaccinazione - ha precisato - non entri a scuola».
Ma questo provvedimento, per il momento allo studio, non è il solo che il Ministero ha in mente per garantire un'informazione corretta sulle vaccinazioni, «che continuano ad essere ritenute uno dei pilastri della sanità pubblica». Nei confronti dei molti medici che si dicono contrari e che sconsigliano alle famiglie di vaccinare i figli, il ministero sta pensando a possibili iniziative e provvedimenti disciplinari. «Ne stiamo parlando con i sindacati dei medici - ha detto Guerra - e abbiamo constatato reazioni positive: il medico che parla male di una pratica raccomandata dal Servizio Sanitario da cui dipende è un medico infedele. Nei suoi confronti si potrebbe pensare anche alla sospensione della convenzione».
Inoltre in questi giorni è in discussione al Ministero il Piano vaccinale con la presenza dell'Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità. Vi compaiono 10 principi guida, basati su “etica e formazione”. Con questo documento si stabiliscono alcuni principi generali . Si chiede che la"vaccinologia" faccia parte dei corsi universitari e venga inserita anche fra gli obiettivi della formazione continua per tutta l'area sanitaria. Si sottolinea inoltre che «la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile».
Il medico che diffonde tali informazioni sconsigliando le vaccinazioni potrebbe quindi rischiare una "punizione": dal richiamo da parte dell'Ordine fino alla radiazione dall'Albo. Questa, infine, l'ipotesi allo studio nel provvedimento, che dovrebbe arrivare a breve, per l'obbligo delle vaccinazioni a scuola.