Il Papa ha nominato, per la prima volta, sei donne laiche di diverse nazionalità (Germania, Spagna, Gran Bretagna) nel Consiglio per l’Economia, incrementando così in modo significativo la presenza femminile nei gangli decisionali del Vaticano.
Creato da Giovanni Paolo II per coadiuvare con un occhio esterno la Curia Romana nel delicato compito della gestione economica e finanziaria, il Consiglio per l’Economia, nell’organigramma ideato da Francesco, è l’organismo di indirizzo: se la Segreteria per l’Economia, guidata dal gesuita spagnolo Juan Antonio Guerrero, è «competente per il controllo e la vigilanza», il Consiglio, come si legge negli statuti, ha il compito di «sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie» di Santa Sede e Vaticano. Una sorta di ministero dell’Economia che, sino all’arrivo di Jorge Mario Bergoglio, era composto da 15 cardinali provenienti da tutto il mondo. Il Pontefice argentino ne ha modificato la composizione, facendo entrare sette laici accanto a otto porporati. E, dopo un primo quinquennio, ha rinnovato il personale.
Resta presidente il cardinale tedesco Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, e rimane
per un anno ancora, fino all’80esimo compleanno, il cardinale sudafricano Wilfried Fox Napier. Entrano l’arcivescovo dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, l’arcivescovo di Budapest, il cardinale Peter Erdo, l’arcivescovo di San Paolo in Brasile, cardinale Odilo Pedro Scherer, l’arcivescovo di Quebec, cardinale Gerald Cyprien Lacroix, l’arcivescovo di Stoccolma, cardinale Anders Arborelius, e l’arcivescovo di Newark negli Stati Uniti, cardinale Joseph William Tobin. Ma la vera novità è la componente laica del nuovo consiglio: su sette membri, ben sei sono donne.
Si tratta di sei donne con una sostanziosa esperienza nel campo dell’amministrazione e delle finanze: la professoressa Charlotte Kreuter-Kirchhof, tedesca, insegna diritto pubblico, internazionale e comunitario a Dusseldorf ed è presidente di un movimento cattolico, la Hildegardis Association, che sostiene studentesse donne bisognose; è tedesca anche Marija Kolak, diplomata alla Harvard Business School, presidente delle potenti casse di risparmio tedesche (Bundesverband der Deutschen Volksbanken und Raiffeisenbanken). Maria Concepcion Osacar Garaicoechea, spagnola, ex vicepresidente di Santander Central Hispanico Activos Immobiliarios, ex presidente di Banif Immobiliaria e di INVERCO, è partner fondatrice del gruppo Azora Group (investimenti e asset management); spagnola è anche Eva Castillo Sanz, dopo una lunga carriera in Telefònica, Visa, Merryl Lynch, membro del comitato direttivo di Bankia S.A e di Zardoya Otis S.A, oltre che nel consiglio di amministrazione di Fundación Comillas-ICAI e Fundación Entreculturas; La britannica Ruth Mary Kelly, ex ministro per l’Educazione nel governo laburista di Tony Blair, poi in HSBC Global Asset Management, è attualmente pro-vicecancelliera per la ricerca e le imprese all’università St. Mary a Londra; britannica è anche Lesile Jane Ferrar, diplomata alla Harvard Business School, comandante dell’Ordine reale vittoriano e responsabile e membro dal 2015 al 2017 dell’amministrazione della Casa reale.
L’ultimo membro laico del Consiglio per l’economia, nonché il secondo italiano su 15, è Alberto Minali, ex direttore generale e Chief Investment Financial Officer del Gruppo Generali e Chief Investment Officer del gruppo Eurizon, ex amministratore delegato del Gruppo Cattolica Assicurazioni.
Con queste sei nomine cresce, sotto il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il peso della presenza femminile in ruoli amministrativi e dirigenziali dentro le Mura Leonine. In questi anni Papa Francesco ha già nominato, o confermato, la presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, Mariella Enoc, la direttrice dei Musei vaticani, Barbara Jatta, la responsabile della sezione «multilateralismo» della Segreteria di Stato, Francesca Di Giovanni, le due sottosegretarie del dicastero Laici, Vita e Famiglia, Linda Ghisoni e Gabriella Gambino, e suor Alessandra Smerilli, Consigliere di Stato della Città del Vaticano.
«E’ necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa», aveva detto il Pontefice gesuita, a inizio pontificato, in una nota intervista alla Civiltà cattolica. «Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti».