Farsi un selfie sui binari mentre sta arrivando il treno e scansarsi all’ultimo momento utile. Se ci
riesci, potremmo aggiungere, visto che qualcuno nel tentativo di catturare la
“foto della vita”, la vita è riuscito a perderla.
L’ultimo caso è
stato segnalato lunedì scorso nel Trevigiano, all’altezza di San Trovaso, dove il macchinista di un treno che stava
procedendo verso Venezia s’è imbattuto in due ragazzi fermi sui binari fino a
pochi istanti prima del transito del convoglio. Pochi giorni prima un altro macchinista stavolta sulla linea ferroviaria
Chioggia-Rovigo aveva avvisato la polizia dopo l’avvistamento di un
gruppo di adolescenti che
sostavano sulle rotaie. I quattro
fermati, dai 15 ai 17 anni, come specificano i quotidiani locali, hanno
ammesso che stavano lì, appunto, per scattare un selfie “estremo” da condividere sui social. I più temerari si sono sdraiati addirittura sulle rotaie. Sì, proprio come nei film. Folli “prove di coraggio” da esibire come
trofeo su Instagram, o Youtube.
Quella del cosiddetto “daredevil selfie”, cioè
dell’autoscatto catturato in situazioni di
estremo pericolo, sembra essere l’ultima moda, ma potremmo meglio dire l’ultima
sconsiderata idiozia, che sta
contagiando i giovani
utilizzatori di cellulari in cerca di notorietà in rete. E il selfie sui
binari, in stazione oltre la linea gialla o in aperta campagna sulle rotaie,
sembra essere la tipologia di più gettonata del momento.
Questa
pericolosissima moda ha già mietuto le sue vittime in giro per il mondo. Il
popolarissimo sito americano Mashable
ricordava che nel 2015 i morti (12) per questo tipo di selfie nel
2015 hanno superato il numero delle persone aggredite e uccise in mare dagli
squali (8). Pochi? Visto il motivo della
morte, ci sembrano già tantissimi.
Pare che la moda del selfie estremo sia stata lanciata da
un free-climber russo, Alexander Remnev, che si riprendeva in cima ai grattacieli.
E proprio la Russia sembra essere il Paese
più coinvolto dagli incidenti a causa di questa tendenza. Le situazioni
pericolose sono le più svariate, ma una delle costanti è salire su edifici,
gru, torri, picchi rocciosi e autoriprendersi sospesi nel vuoto. Quella dei
binari è l’alternativa “a quota mare” per
chi soffre di vertigini.
Perché si decide di mettere a repentaglio la propria
vita, e quella degli amici per uno scatto, un’immagine da condividere? E’
evidente anche a chi non studia la psiche umana che un selfie estremo non è altro che un atto fortemente simbolico
di esibizionismo, sfruttando la potenza di uno strumento capace di moltiplicare
l’effetto del gesto in tempo reale. E’ un atto di narcisismo. Nulla di nuovo sotto il sole: Narciso è morto nel tentativo di specchiarsi
sull’acqua. Oggi si muore cercando di “specchiarsi”
nei social.
I protagonisti
sembrano essere sempre adolescenti e giovani, i millennials, come li hanno
definiti i sociologi. Ed è logico che
sia così: si tratta di quella fascia d’età
più avvezza alla tecnologia, quelli che stanno più tempo sui social, che
ne sono diventati dipendenti. Aggiungiamoci il fatto che è l’età dei riti
iniziatici e il quadro è fatto. Le generazioni precedenti celebravano altri
riti più o meno pericolosi: varcare la soglia di un cimitero di notte, salire
sulla cima di un albero, rubare qualcosa al supermercato. Modalità diverse, ma il concetto era lo
stesso.
Fin troppo facile,
quindi, chiudere la questione imputando all’imprudenza mescolata a una buon
dose di stupidità dei giovani che si rendono protagonisti di questi atti
sconsiderati e temerari.
Forse andrebbe aggiunta un’altra considerazione:
questo eccesso di narcisismo negli adolescenti che la tecnologia e la rete
sicuramente consentono di ingigantire non è forse anche figlio del narcisismo
degli adulti, esercitato ora in modo solamente temperato da un maggior
equilibrio, che magari non trascende fino ad arrivare ad azioni così pericolose?
Fateci caso: quanti cinquantenni, quanti adulti, genitori, padri e madri di
famiglia, professionisti serissimi, ostentano su fb e gli altri social
autoscatti a dir poco azzardati? O per lo meno imbarazzanti? Provate a scorrere
i contatti di whatssapp e osservate le foto dei profili e le gallerie d’immagini su fb:
scoprirete non solo tramonti fiammeggianti, o ritratti familiari di compleanno,
ma appunto la fiera dell’esibizione senza
remore. Magari non si arriva alla foto sdraiati sulle rotaie della ferrovia
sotto casa, ma poco ci manca. Senza pensare che, poi, queste immagini ti
sopravviveranno. Proprio così. E’ uno dei paradossi di questa società, dove
tutto scorre veloce e passa, tranne le immagini sui social che restano e a
volte sopravvivono ai soggetti ritratti.
E’ la società del selfie, bellezza!
Ostentare, anzitutto. Anche a rischio che il treno arrivi in anticipo.