Riprende la catechesi sui sacramenti, papa Francesco, dopo la scorsa udienza dedicata all'unità dei cristiani. Dopo il battesimo si parla della cresima, sacramento che va inteso «in continuità con il battesimo al quale è legato in modo inseparabile». In una piazza piena nonostante il gelo, il Papa ha parlato molto a braccio sottolineando che «questo sacramento apporta una crescita della grazia battesimale. Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi
abbiano questo sacramento. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati: e questo
è buono! Ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la Cresima: restano a metà
cammino».
Invece la cresima è un sacramento «tanto importante nella vita
cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti! Pensiamo un po’, ognuno di
noi: noi, davvero, ci preoccupiamo che i nostri bambini e i nostri ragazzi
ricevano la Cresima? E’ importante, questo: è importante. E se voi a casa vostra
avete bambini, ragazzi che ancora non l’hanno ricevuta e sono in età di
riceverla, fate tutto il possibile perché giunga a compimento questa iniziazione
cristiana e che loro ricevano la forza dello Spirito Santo. Ma è importante!.
Naturalmente è importante offrire ai cresimandi una buona preparazione, che deve
mirare a condurli verso un’adesione personale alla fede in Cristo e a
risvegliare in loro il senso dell’appartenenza alla Chiesa».
E dopo aver ricordato che «la confermazione, come ogni sacramento non è opera
degli uomini, ma di Dio, il quale si prende cura della nostra vita in modo da
plasmarci ad immagine del suo Figlio, per renderci capaci di amare come Lui.
Egli lo fa infondendo in noi il suo Spirito Santo, la cui azione pervade tutta
la persona e tutta la vita, come traspare dai sette doni che la Tradizione, alla
luce della Sacra Scrittura, ha sempre evidenziato».
Il Papa ha quindi
elencato i setti doni dello Spirito Santo -«la Sapienza, l’Intelletto, il
Consiglio, la Fortezza, la Scienza, la Pietà e il Timore di Dio» - preannunciando che, concluse le catechesi sui sacramenti cominceranno quelle sui doni dello Spirito Santo.
«Quando una famiglia non ha da mangiare perché deve pagare il mutuo agli usurai, no, quello non è cristiano, non è umano». È un duro monito, quasi un anatema, quello lanciato dal Pontefice al termine dell’udienza generale di mercoledì in piazza San Pietro salutando le fondazioni legate alla Consulta nazionale antiusura presenti in piazza con l'arcivescovo di Bari, mons. Francesco Cacucci. Il Papa ha sollecitato lo«impegno delle istituzioni» a fianco delle vittime dell'usura, drammatica piaga sociale che, ha detto, ferisce la dignità inviolabile della persona umana».
Infine non è mancato un accenno al clima freddo «si vede che questi ultimi mercoledì, a metà
udienza, ci benedicono dal Cielo: ma siete coraggiosi,
avanti!» e, nei saluti finali, una forte sottolineatura dell'importanza del lavoro, «soregnte di dignità che deve essere la preoccupazione centrale di tutti».