Crescere in passione evangelizzatrice. Questo
il mandato che papa Francesco ha affidato alle Pontificie opere missionarie,
ricevendone in Sala Clementina i direttori nazionali al
termine della loro assemblea generale, e i collaboratori della
Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Ad accompagnarli, il
prefetto del Dicastero vaticano, il cardinale Fernando Filoni.
La missione “fa la Chiesa” e la mantiene “fedele al volere salvifico
di Dio”. Lo ha ricordato Bergoglio, esortando i 170 tra
responsabili delle Pontificie opere missionarie e collaboratori della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli alla “formazione” in tal
senso. Perché “pur essendo importante” la preoccupazione per la
raccolta e la distribuzione degli aiuti economici che “diligentemente”
vengono amministrate “in favore di tante chiese e tanti cristiani
bisognosi”, l’esortazione del Papa è stata a non limitarsi “soltanto” a
questo aspetto:
“Ci vuole 'mistica'. Dobbiamo crescere in passione evangelizzatrice. Io ho paura – ve lo confesso –
che la vostra opera rimanga molto organizzativa, perfettamente
organizzativa, ma senza passione. Questo lo può fare anche una Ong; voi
non siete una Ong! La vostra Unione senza passione non serve; senza
'mistica' non serve. E se dobbiamo sacrificare qualcosa, sacrifichiamo
l’organizzazione, andiamo con la mistica dei Santi. Oggi, la vostra
Unione missionaria ha bisogno si questo: mistica dei santi e dei martiri”.
Questo, ha aggiunto il Papa, è un “generoso lavoro di formazione permanente
alla missione”: non soltanto “un corso intellettuale”, ma un’“ondata di
passione missionaria” e “di testimonianza martiriale”:
“Le Chiese di recente fondazione, aiutate da voi per la loro
formazione missionaria permanente, potranno trasmettere alle Chiese di
antica fondazione, a volte appesantite dalla loro storia e un po’
stanche, l’ardore della fede giovane, la testimonianza della speranza
cristiana, sostenuta dal coraggio ammirabile del martirio. Vi incoraggio
a servire con grande amore le Chiese che, grazie ai martiri, ci
testimoniano come il Vangelo ci renda partecipi della vita di Dio, e lo
fanno per attrazione e non per proselitismo”.
Ripercorrendo la fondazione, cent’anni fa, della Pontificia unione missionaria, il Papa ha sottolineato come essa si ispiri al beato Paolo
Manna attraverso cui – ha sottolineato – “lo Spirito Santo ha condotto
la Chiesa ad avere una sempre maggiore consapevolezza della propria
natura missionaria”, poi maturata col Concilio Vaticano II. Il
missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere), ha proseguito, agli
inizi del ‘900 comprese che “formare ed educare al mistero della Chiesa
e alla sua intrinseca vocazione missionaria è una finalità che riguarda
tutto il santo Popolo di Dio, nella varietà degli stati di vita e dei
ministeri”. Perché la missionarietà della Chiesa è “propria di tutti:
fedeli e pastori, sposati e vergini consacrati, Chiesa universale e
Chiese particolari”:
“Attuando tale servizio con la carità loro propria, i Pastori
mantengono la Chiesa sempre ed ovunque in stato di missione, la quale è
sempre in ultima analisi opera di Dio, ed è partecipata, grazie al
Battesimo, alla Confermazione e all’Eucaristia, a tutti i credenti”.
In questo Anno Santo della Misericordia, è stato l’auspicio di
Francesco, l’ardore missionario continui “a far ardere, appassionare,
rinnovare, ripensare e riformare” il servizio che la Pontificia Unione
Missionaria è chiamata ad offrire:
“La vostra unione non deve essere la stessa il prossimo anno come
quest’anno, deve cambiare in questa direzione, deve convertirsi con
questa passione missionaria”.
L’invito è stato a ripensarsi “nella docilità allo Spirito Santo”, in
vista di una “adeguata riforma” delle sue modalità attuative - intesa
come “conversione e riforma” - e di un autentico rinnovamento per il
bene della formazione permanente alla missione di tutte le Chiese.
Francesco ha infine invitato a pregare affinché anch’egli “non scivoli
nella 'beata quiete'”, ma abbia “ardore missionario per andare avanti”.
Esortazione sottolineata anche dal cardinale Fernando Filoni, nel suo intervento:
“Lo Spirito di Dio, che muove la Chiesa ovunque e verso tutti,
continui nella sua opera ispiratrice, affinché le Pontificie Opere
possano far crescere, in un clima di cooperazione con le Chiese locali,
l’unica corresponsabilità di tutti alla missione”.