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martedì 08 ottobre 2024
 
Anniversario
 

«All’Italia di oggi serve quell’unità che la fece risorgere nel 1946»

23/07/2021  Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha affidato a Famiglia Cristiana la sua riflessione sull’importante ricorrenza del 2 giugno in occasione dei 75 anni dalla nascita della Repubblica

Proprio nel giorno in cui, a colloquio con una scolaresca di Roma, il Presidente ha annunciato che alla scadenza del settennato non intende accettare alcuna ipotesi di ricandidatura abbiamo avuto il piacere e l’onore di essere ricevuti da Sergio Mattarella al Quirinale e di ricevere dalle sue mani la profonda riflessione sui 75 anni della nostra Repubblica, che pubblichiamo in questo numero all’interno del dossier dedicato all’ importante scadenza.

Lo scritto del Presidente sottolinea l’importanza delle radici e dei valori alla base della nostra Nazione, da difendere, semmai attualizzandoli, al passo con i tempi. E di questo abbiamo parlato a voce con lui. Il Presidente ha scelto signi­ficativamente un colloquio con i bambini, gli adulti di domani, per far comprendere in modo semplice l’impegno che richiede il ruolo di Capo dello Stato: «Il Presidente della Repubblica deve conoscere tutti, seguire tutti per poter intervenire con suggerimenti. Ma tra otto mesi il mio mandato termina. Io sono vecchio, tra qualche mese potrò riposarmi».

A quei bambini, adulti di domani, Mattarella ha parlato della forza delle idee che animarono i padri Costituenti e di quanto in uno Stato la correttezza istituzionale sia fondamentale quale base di sicurezza. E lo ha fatto anche nel nostro colloquio, richiamando i testi dei lavori dell’Assemblea eletta nel 1946 anche per sottolineare come lo spirito del dettato costituzionale sia stato quello di ritenere concluso ogni mandato presidenziale allo scadere dei sette anni. Una decisione che per lui rinchiude tutto un patrimonio a garanzia della libertà e della neutralità del ruolo, ma anche del suo corretto e pieno esercizio.

«La Costituzione parla chiaro», ci ha detto, replicando con un sorrisoalla nostra affettuosa insistenza sulla possibilità che cambiasse idea, visto il punto di riferimento che ha costituito in fasi anche molto dure per il nostro Paese. Citando papa Francesco, Mattarella ci ha parlato del bisogno di rimboccarsi le maniche e diffondere fi­ducia in un futuro da costruire insieme, all’insegna della fratellanza, un po’ come avvenne nell’Italia uscita dal conflitto, consci tutti, ha sottolineato Mattarella, riprendendo Jorge Mario Bergoglio, che «non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca». Il Presidente ha mostrato molta simpatia e affetto per Famiglia Cristiana: «La seguo da sempre e devo farvi i miei complimenti per come trattate le notizie, per come le approfondite, per le riflessioni che stimolate». La crisi dell’editoria può essere superata, secondo il Presidente, dalla forza delle idee e dei contenuti, ancora più per un giornale che ha una lunga storia e un profondo legame con le famiglie. Si è parlato infatti anche dei 90 anni della testata che ricorrono sempre in questo 2021, a dicembre, e di un altro grande anniversario: i 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri. Quest’ultimo ha ispirato il dono offerto da Famiglia Cristiana al Capo dello Stato: un’edizione particolare della Divina Commedia della San Paolo Patrimonio, che Mattarella ha sfogliato con sguardo attento ed emozionato, specie davanti all’illustrazione fi­nale del Poeta giunto al cospetto della corte celeste, quel Paradiso «approdo ideale di noi tutti». L’Alighieri, «profeta di speranza», come lo ha chiamato il Papa, è un altro “messaggero” importante in questo dif­ficile scorcio del nostro presente.

 
 
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