Ernesto Olivero, primo a destra, 81 anni, dona un paio di scarpe da calcetto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, 80, durante l'inaugurazione del PalaSermig, a Torino. Tutte le foto di questo servizio sono del servizio fotografico del Quriinale.
«Le cose che sembrano impossibili sono in realtà possibili, quando ci sono amicizia, fiducia e affidamento alla solidarietà. Con questo progetto lo avete dimostrato, ancora una volta». Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (in visita istituzionale a Torino, per celebrare i 190 anni dall’istituzione del Consiglio di Stato e i 50 anni dall’istituzione dei Tribunali Amministrativi Regionali) fa tappa all’Arsenale della Pace del Sermig, il Servizio missionario giovani fondato nel 1964 da Ernesto Olivero. E’ l’occasione per rinsaldare un’amicizia profonda e per inaugurare ufficialmente il PalaSermig, un palazzetto dello sport molto speciale, che consentirà a centinaia di bambini e ragazzi di giocare e allenarsi in serenità, coltivando i valori dell’amicizia e dell’inclusione.
Sono passate da poco le 11 quando – con un po’ di anticipo sulla tabella di marcia di una giornata intensissima – il Capo dello Stato arriva all’ex arsenale militare (oggi luogo di pace e fucina della solidarietà attiva in moltissimi campi) per tagliare il nastro del Palasermig, insieme con Ernesto Olivero, alla presenza di tanti giovani e volontari, l’espressione più autentica del gruppo missionario. Nel corso del suo mandato settennale, gli incontri tra il Presidente e il Sermig sono stati numerosi: la prima visita ufficiale, nel maggio del 2015 (pochi mesi dopo l’insediamento), ha sancito l’inizio di un’amicizia, poi rafforzata e consolidata nel tempo, tanto che, in quasi tutte le sue visite a Torino, Mattarella ha colto l’occasione per una visita all’Arsenale.
E’ accaduto anche venerdì 12 novembre, per dare avvio a un nuovo sogno, il PalaSermig, appunto, una struttura realizzata in tempo record: i lavori, infatti, sono iniziati lo scorso gennaio e dieci mesi più tardi il palazzetto è stato completato. Il risultato lascia, in effetti, senza parole: fino a circa un anno fa, al posto del parquet lucidato e degli spalti nuovi di zecca c’erano solo dei campetti di terra semiabbandonati, in un quartiere difficile. Capitava spesso che, prima di far giocare i bambini, fosse necessario ripulire il terreno da rifiuti e siringhe, come hanno ricordato alcuni volontari durante l’inaugurazione. Ora le centinaia di aspiranti atleti che il Sermig segue e accompagna – molti dei quali provenienti da famiglie straniere e con situazioni di fragilità – avranno a disposizione tutt’altro ambiente: uno spazio sicuro, accogliente, con attrezzature idonee ma soprattutto con la presenza di volontari, allenatori, educatori. Una squadra preziosa, che ogni giorno cammina al fianco dei giovani che fanno più fatica, per aiutarli a costruire un progetto di vita sano e a valorizzare i propri talenti. Al momento ci sono 6 squadre di calcio, 5 di pallavolo. E la composizione non potrebbe essere più variegata: le etnie e le lingue, dalla Romania all’Africa, dalla Cina al Sud America, si mescolano. E la disabilità non è un ostacolo.
«Un progetto bellissimo e molto importante» lo ha definito il presidente Mattarella. «E’ importante perché, grazie ai volontari, qui si potrà praticare sport in maniera serena, crescere nella capacità di fare squadra, di giocare e competere con gli altri, rispettandone e apprezzandone le qualità e il talento». «Ma questo progetto» ha proseguito il Capo dello Stato «è importante anche perché lo sport è un punto di coesione e di aggregazione per un territorio. E perché dimostra che le cose impossibili in realtà non lo sono. Siete un grande esempio di come si vive insieme e di come insieme si costruisce comunità».
A Mattarella è stato simbolicamente donato un paio di scarpe da calcetto, perché – ha ricordato Ernesto Olivero - «nel corso del suo mandato lei ha sempre saputo mettersi nelle scarpe degli Italiani». «Quando ci mettiamo nelle scarpe o nei panni di qualcuno» ha risposto il Presidente «scopriamo che in realtà quei panni sono i nostri, perché la sorte si realizza insieme».
Per il fondatore del Sermig è stato un momento di particolare commozione. «In questa casa, insieme ai bambini e ragazzi del quartiere, impareremo dallo sport per poi fare sul serio nella vita» ha detto Ernesto Olivero. «Qui il colore della pelle è un dono di Dio. E i colori della nostra pelle, sotto la stessa maglia, ci fanno dire che i problemi si affrontano insieme. L’Italia deve ricominciare a dare il buon esempio. Dobbiamo ricostruire i legami di amicizia, tornare a imparare a metterci nei panni degli altri».
Realizzato con i contributi raccolti dal progetto “Per chi non ha sport” (associato anche all’edizione 2021 del Giro d’Italia) il Palasermig deve la sua esistenza all’impegno di tanti benefattori e volontari (compresa una donazione giunta dagli Stati Uniti, da una famiglia di origini italiane). All’evento inaugurale erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, fresco di elezione, Stefano Lo Russo.