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mercoledì 25 giugno 2025
 
Talent
 

Il "Big Boy" Sergio Sylvestre: «Il canto è tutta la mia vita»

29/06/2016  Intervista al ragazzone americano che con la sua voce soul ha trionfato ad “Amici”

Sergio Sylvestre, 25 anni,  che durante la semifinale di "Amici" duetta con Massimo Ranieri.
Sergio Sylvestre, 25 anni, che durante la semifinale di "Amici" duetta con Massimo Ranieri.

La sua voce profonda e intensa ha convinto i giudici e il pubblico di Amici e il suo Cd, dopo essere balzato in testa alle classi‚che, ha vinto dopo poche settimane dall’uscita il disco d’oro. E Sergio Sylvestre, il ragazzone di colore (è alto 2,08 metri) che al talent dormiva con l’orsacchiotto Tati ha lasciato alle spalle le sue insicurezze per darsi in pasto al pubblico di tutta Italia, con il suo italiano quasi perfetto, in attesa della prima tournée. Con la cantante della squadra avversaria, Elodie, condivide una curiosa storia. I due infatti erano già amici, si erano conosciuti in un locale di Lecce, la città in cui entrambi vivevano, e si sono ritrovati poi come concorrenti.

Ma come ci sei finito in Puglia dagli Stati Uniti?

«Vivevo a Los Angeles dove sin da piccolo cantavo, sia in chiesa sia a scuola. Poi a 12 anni ho cominciato a giocare a football americano. Un incidente al ginocchio mi ha costretto a smettere. Sono stato malissimo e i miei genitori, vedendomi così giù di morale, mi hanno incoraggiato a fare un viaggio. Avevo sentito tanto parlare dell’Italia, sia da un mio zio che era venuto tante volte, sia a scuola. Così ho deciso di arrivare qui e ho scelto Lecce perché ne avevo letto molto bene sul Web».

Già cantavi?

«Ero un semplice turista e fi‚nita la vacanza sono rientrato in America per studiare Economia all’università. Ma poiché volevo tornare ho cominciato anche a fare vari lavori, come il body guard, per mettere da parte i soldi. Sono quindi riapprodato in Puglia, a Gallipoli, e ho deciso che volevo rimanere. Un giorno ero in un locale, il Samsara, e cantavo tra me e me una canzone di Britney Spears. Un vocalist mi ha sentito e mi ha dato un microfono incoraggiandomi a cantare ancora. Sono piaciuto anche al proprietario del locale. Dovevo però tornare in America, dove ho deciso di prendere lezioni di canto. Di nuovo in Italia ho cominciato a esibirmi con artisti salentini come i Sud Sound System. Danilo Seclì ha voluto che incidessi la mia voce per un suo disco. Parallelamente ho deciso di fare un provino per X Factor ma non sono stato preso. Sono un tipo permaloso e ci sono rimasto molto male, temevo una nuova delusione. Ma i miei amici mi hanno convinto a partecipare alle selezioni di Amici. Quando ho saputo di essere stato preso è stato davvero il momento più bello della mia vita, perché sapevo quanto fosse diffi‚cile entrare ed era la realizzazione di un sogno».

Come hai vissuto i lunghi mesi ad Amici?

«È stato un periodo bello ma anche duro, ogni giorno c’era una nuova sfi‚da e a un certo punto volevo mollare, ma sono stato aiutato da Maria De Filippi, che è una persona eccezionale e mi invitava a stare sereno».

Come hai accolto la vittoria?

«Fino a quando ero lì dentro ero molto concentrato sulla puntata successiva, nelle ultime settimane c’erano notti in cui dormivo pochissimo. Una volta fuori, nella vita reale, mi sono davvero reso conto. Quando, per esempio, ho saputo di aver vinto il disco d’oro stavo ‚firmando autografi‚ a Bari, mi sono commosso e ho pianto. Per me è stata una rivincita anche sulle prese in giro che ho dovuto subire quando ero in America per il fatto di essere di colore».

Il momento più emozionante?

«Quando, dopo la ‚finale, ho potuto riabbracciare mia madre e mia sorella che erano venute da Los Angeles. Non le vedevo da nove mesi e non le sentivo da tre mesi, perché nella fase fi‚nale di Amici non si possono più avere contatti con l’esterno. Io sono legatissimo alla mia famiglia, mi hanno sempre appoggiato, hanno sempre creduto in me e hanno fatto tanti sacri‚fici per aiutarmi».

Come immagini il tuo futuro?

«Ora il canto è tutta la mia vita, sto male quando non canto. Rimarrò di sicuro in Italia e tornerò in America solo per vedere la mia famiglia e comprare le scarpe. Porto il numero 52 e qui non le trovo!».

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