Sarà il potere della rete, sarà che l'unione fa la forza o forse, più semplicemente, che la posta in gioco era troppo alta per passare inosservata. Fatto sta che alla fine qualcosa si è mosso. «Nella legge di stabilità aggiungeremo 50 milioni in più sul servizio civile».
Questa la promessa del premier Renzi, formulata il 1° dicembre scorso durante la direzione Pd. «Indipendentemente dai denari in più», ha poi aggiunto il premier intervenendo alla Giornata internazionale delle persone con disabilità, «il Servizio civile è la cosa che veramente serve alle nuove generazioni, è un’occasione per dire ai ragazzi cosa è il nostro Paese. È la grande occasione per dire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che questo Paese è meraviglioso, non solo per le bellezze architettoniche. C'è la bellezza della solidarietà, dell'accoglienza e dell'inclusione».
Se confermato, l'aumento di risorse sarà una boccata d'aria per un'istituzione tanto preziosa quanto provata da anni di incertezze e di tagli. Aggiungendosi ai 65 già previsti, i 50 milioni recuperati permetteranno di raggiungere quota 115 milioni, una cifra sostanzialmente analoga a quella stanziata dal Governo Letta per l'anno in corso.
È soddisfatto il sottosegretario al lavoro con delega al Servizio civile Luigi Bobba, uno dei “tessitori” degli accordi di queste ore. «Stiamo materialmente scrivendo l'emendamento che conterrà i nuovi fondi», ha assicurato all'agenzia di stampa Redattore Sociale, «che permetteranno insieme alla misura Garanzia Giovani, di avviare nel 2015-2016 i 40.000 volontari annunciati».
Positivo anche il commento della Cnesc (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile): «Vengono fugati i richiami alle politiche del Governo Berlusconi di chiusura dell'esperienza». Siamo ancora lontani dall'orizzonte del Servizio civile Universale promesso da Renzi, che nei mesi scorsi aveva parlato di 100.000 volontari nel 2017. Il segnale, però, è positivo, anche perché determina un'inversione di tendenza.
L'annuncio del premier arriva infatti dopo un periodo di tensioni. I 65 milioni inizialmente preventivati dalla Legge di Stabilità sarebbero stati a malapena sufficienti per la sopravvivenza. A una dotazione così scarsa (la più bassa di sempre) il mondo del terzo settore aveva risposto con una pioggia di critiche. «Siamo amareggiati e stanchi di essere presi in giro da chi governa questo Paese» avevano commentato i rappresentanti dei volontari. E la stessa Cnesc (Conferenza Nazionale Enti Servizio civile) aveva duramente biasimato il comportamento dell'esecutivo.
Ad acuire ulteriormente le polemiche, la bocciatura di un emendamento, presentato alla Camera da varie forze politiche (primo firmatario Edoardo Patriarca, Pd) che avrebbe impegnato il Governo a rifinanziare il Servizio civile con 200 milioni complessivi.
Ora la sterzata del Premier riapre il canale del dialogo. Non è ancora quel salto in avanti tante volte invocato da enti e volontari, ma è un buon punto di partenza, cui vanno aggiunti altri dati significativi: in questi giorni sono stati siglati accordi con il Ministero dei Beni Culturali e con quello dell'Ambiente per l'avvio al servizio di 2.200 giovani. Il sottosegretario Bobba precisa che presto saranno siglati simili protocolli d'intesa con altri dicasteri.
Lo stesso Bobba inoltre ricorda che «la Commissione europea ha affidato ai governi di Italia, Francia e Germania la realizzazione di un progetto pilota di servizio civile europeo; la proposta, avanzata da Renzi in occasione del discorso programmatico del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea, sarà portata all’attenzione del vertice dei Ministri delegati alle politiche giovanili il prossimo 12 dicembre a Bruxelles. Il sogno e l’ambizione è quello di realizzare una sorta di "Erasmus del servizio civile"». Enti e giovani tirano un sospiro di sollievo. Con prudenza, però. Da anni assistono al doloroso tiramolla sui fondi a disposizione. E preferiscono basarsi sui fatti piuttosto che sugli annunci.