“Oltre il sipario” è la mostra fotografica di Nino Migliori, a cura di Denis Curti, che documenta il dietro le quinte del Teatro Comunale di Bologna in sessanta immagini inedite in bianco e nero, dal 27 maggio al 31 agosto 2021. Oltre il sipario però c’è anche lui, il maestro emiliano Nino Migliori, grande interprete della fotografia contemporanea, che dall’alto dei suoi novantaquattro anni, forse per l’ultima volta prima di posare la macchina fotografica, si è arrampicato sul soffitto del teatro per giorni per mettere in scena la sua personalissima storia del luogo, quei momenti di vita teatrale quotidiana che oggi, a causa della pandemia, apprezziamo in modo particolare e che possiamo ammirare nel foyer e nel portico del teatro e nel chiostro dell’Archiginnasio. Primo dei progetti con cui gli imprenditori di Applied, realtà che applica le tecnologie più avanzate dei processi industriali, intendono restituire al territorio in cui operano e alla collettività parte di quello che hanno ricevuto. Al maestro Migliori il compito di raccontare la memoria storica, culturale e artistica del Comunale di Bologna con sguardo autoriale e valenza concettuale.
Le immagini, che restituiscono idee, sentimenti e punti di vista, condensando la storia della fotografia e più di settant’anni di carriera, sono suddivise in due percorsi dialoganti secondo due prospettive opposte: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. Accendendo i riflettori su dove è proibito addentrarsi: il backstage. «Questa mostra ha tanti significati costruttivi e pratici a cominciare dal fatto che sembra che si stia uscendo dal blocco causato dal Covid 19, entrando così in una fase non solo propositiva ma anche fattiva. In particolare, la mostra offre la possibilità di far conoscere un mio pensiero. Avremmo dovuto inaugurarla più di una anno fa, ma il virus ha mescolato le carte e siamo stati costretti a ripensare all’allestimento rispetto al progetto iniziale. Ma credo che questa soluzione all’aperto nello storico e suggestivo quadriportico della biblioteca dell’Archiginnasio sia un valore aggiunto», commenta Nino Migliori. «Da tempo sostengo che la fotografia è linguaggio e racconto. Un solo vocabolo può essere immaginifico, ma un testo composto anche di poche parole semplici può squarciare orizzonti. Pensa alla forza evocativa, profonda di ‘Mi illumino di immenso’. E così ritengo possa essere la fotografia, che nasce sempre e comunque da un’emozione a qualsiasi età. La mia attività di fotografo non ha mai richiesto delle particolari doti fisiche. Con qualche anno sulle spalle tutto è più rallentato e arrivare fin sopra le capriate di copertura della sala, chinarsi tra un tirante e l’altro, scendere nei sotterranei, intrufolarsi nei meandri, cercare distare fermi, dato che non ho mai usato il cavalletto perché mi dava più impiccio che altro, certo non è stata una passeggiata. Ma l’entusiasmo, le sensazioni, la curiosità, le idee che nascono non credo siano legate ai miei anni».