L’instabilità politica della Germania non è mai un bene per l’Europa. A maggior ragione se la crisi politica si somma a quella dell’economia. Perciò in molte capitali europee si seguiranno con il fiato sospeso le elezioni politiche anticipate fissate per il 23 febbraio 2025.
Le elezioni sono l’esito inevitabile di una crisi innescata dalla cacciata dal governo all'inizio di novembre, da parte del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, del suo ministro delle Finanze e leader del partito liberale, Christian Lindner. Questa decisione, arrivata dopo mesi di litigi all’interno del governo, ha mandato in frantumi la cosiddetta coalizione “semaforo” formata dai socialdemocratici (rosso), dai liberali (giallo) e dai verdi che Scholz guidava dal 2021.
Serviva un passaggio formale, cioè il voto di sfiducia in Parlamento. Questo è arrivato lunedì 16 dicembre quando al Bundestag Scholz è stato sfiduciato con 207 voti a favore e 394 contro. In 116 si sono astenuti. Per ottenere la fiducia Scholz avrebbe dovuto ottenere almeno 366 voti.
Il cancelliere ha chiesto la fiducia al parlamento durante un discorso di 25 minuti in cui ha parlato della fatica dell'economia tedesca a mantenere il ruolo di locomotiva d'Europa, ma ha soprattutto puntato il dito contro le responsabilità dei liberali del Fdp che a suo parere hanno fatto venire meno la 'coalizione semaforo’.
Si vota fra 68 giorni e il sessantaseienne Olaf Scholz, nonostante l’impopolarità, i sondaggi negativi e la sua personale mancanza di carisma, sarà nuovamente il candidato alla cancelleria della Spd. Le scorse settimane sembrava che potesse essere sostituito dal ministro della difesa, Boris Pistorius, ma è stato lo stesso Pistorius a farsi da parte con un video messaggio in cui aveva confermato la sua fiducia in Scholz. Da tempo però i sondaggi danno nettamente in testa (attorno al 30%) il partito di centro Cdu/Csu, guidato da Friedrich Merz. C’è poi l’incognita del risultato elettorale delle ali estreme: l’estrema destra di AfD (Alternative für Deutschland) e il partito personale e filo russo della ex giornalista Sahra Wagenknecht. Tutti i principali partiti hanno però escluso alleanze con le due forze politiche più estreme della Germania. Lo scenario post elettorale più probabile sembra quindi quello di una Große Koalition fra democristiani e socialdemocratici, ma sembra davvero improbabile, salvo clamorosi incidenti di percorso di Merz, che gli elettori tedeschi siano disposti a concedere un bis a Scholz.