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venerdì 09 giugno 2023
 
Teatro
 

Shammah (e Goldoni): giovani, non abbiate paura dell'amore

23/03/2014  Incontro con la regista e animatrice del Franco Parenti, che porta in scena "Gli innamorati" di Goldoni: «I ragazzi di oggi che conosco sono tutt'altro che "sdraiati". La resistenza ai sentimenti forti e profondi appartiene invece a ogni epoca».

Andrée Ruth Shammah
Andrée Ruth Shammah

Andrée Ruth Shammah è una colonna del teatro italiano da quando nella stagione 1972-73 ha fondato il Salone Pier Lombardo a Milano con l’attore Franco Parenti, lo scrittore e drammaturgo Giovanni Testori e il critico Dante Isella; dal 1989 Andrée Ruth Shammah, con la scomparsa di Franco Parenti, assume interamente la direzione dando al teatro il nome di “Franco Parenti”. Con grande energia ed entusiasmo anima il suo teatro, non solo programmando la stagione nelle tre sale, e organizzando conferenze, presentazione di libri ed eventi, ma anche proponendo tante iniziative originali, tra cui la realizzazione di un orto nel teatro destinato ai dipendenti.

La Shammah, dopo aver messo in scena numerosi autori contemporanei come Sgorbani, Cavosi, Tarantino e Trevisan, si dedica ora alla regia di un classico, Gli innamorati di Carlo Goldoni, con la nuova compagnia del Teatro Franco Parenti con la quale ha lavorato anche l’attore Filippo Timi per la messa in scena di Don Giovanni. Afferma la regista: «i classici non hanno bisogno di essere riscritti, perché, quando sono ancora così efficaci, propongono una lettura dell’animo umano e dei sentimenti ancora attuale. Goldoni scrive in modo brillante, tanto che molte compagnie ogni anno lo rappresentano: infatti un autore contemporaneo ha argomenti appassionanti, ma non progetta una macchina teatrale perfetta come quella goldoniana. Io non amavo il commediografo veneziano, me lo ha fatto riscoprire un grande attore come Gianrico Tedeschi, quando abbiamo fatto insieme Sior Todero Brontolon nel 1999: ho superato l’idea del goldonismo cioè quelle tradizionali rappresentazioni di maniera, leziose, quasi cantate in dialetto veneziano, e mi sono concentrata sulle interazioni create tra personaggi per evidenziare l’attualità, poiché i rapporti tra uomo e donna non sono mai cambiati.»

La scelta del testo Gli innamorati è proprio legata ai temi che Goldoni tratta in modo attento e toccante e in cui anche i giovani innamorati di oggi si possono riconoscere: la paura di amare e di lasciarsi andare a sentimenti sinceri. La Shammah si è infatti concentrata sull’analisi dei sentimenti presenti nel testo e non solo sul gioco teatrale che ha comunque un meccanismo perfetto: «Il primo livello di lettura è la gelosia, un flagello della nostra Italia, poiché per gelosia e sentimento di possesso nasce un equivoco che oggi può sfociare nella tragedia del femminicidio; mentre un secondo livello di lettura fa emergere con chiarezza la paura di essere amati e di credere nell’amore, il bisogno di continue rassicurazioni. Nel mio allestimento vorrei lasciare spazio solo alle parole, vorrei il palcoscenico vuoto, con i personaggi scalzi, solo i nobili con le scarpe, ma tutti vestiti uguali, senza veri costumi di scena, con candele per illuminare i volti; il teatro non è come il cinema, che servono effetti speciali, io voglio puntare solo sui sentimenti attraverso una forma fresca e senza sovrastrutture.»

Qui sopra e in alto: due scene di "Gli innamorati".
Qui sopra e in alto: due scene di "Gli innamorati".

Lei conosce molti giovani che lavorano nella compagnia o nel teatro Franco Parenti, ha un figlio venticinquenne, cosa pensa delle definizioni che si danno oggi dei ragazzi, come per esempio quella di “Sdraiati” di Michele Serra?

«Penso che ogni punto di vista sui giovani sia relativo, ognuno ha un suo osservatorio, mio figlio vive a Roma da solo e si impegna per lavorare nel cinema, alcuni suoi amici, che hanno fatto la Bocconi, si danno molto da fare, appena dai loro un dito ti prendono un braccio. I giovani che vedo poi io in teatro, cioè da un luogo privilegiato, darebbero tutta la vita per fare qualcosa: chi si avvicina al teatro non è uno “sdraiato”! Certo all’opposto ci sono tanti giovani che, per esempio, rinunciano ad andare a teatro perché devono stare in silenzio, non possono alzarsi, non possono usare il cellulare!»

E durante la crisi come prosegue il suo lavoro di imprenditrice teatrale?
«I soldi non c’erano neanche prima della crisi, quando tutti li spendevano, altrimenti oggi il debito non sarebbe così grande. Io sono forte, vado incontro ai problemi, infatti il Franco Parenti è sempre pieno, anche perché stiamo lavorando molto, facendo una stagione molto varia; inoltre, mi sono lanciata in un nuovo progetto, per cui tutti mi dicono che sono matta, voglio riattivare la piscina comunale Caimi, che era gestita da Milano Sport e che stava morendo proprio di fianco al mio teatro! Nei momenti di crisi vengono fuori i valori più importanti, perché le persone fanno delle scelte: magari alcuni rinunciano a fare un week end o allo shopping e comprano un biglietto per uno spettacolo. Io lavoro in un teatro privato, non in uno stabile e, come è stato anche dichiarato pubblicamente sui giornali, non prendo lo stipendio da due anni, infatti preferisco pagare i ragazzi che lavorano da me e mi indigno perché altri prendono soldi pubblici. Io sono ebrea e nella mia tradizione si dice “Dio dà alle persone sulle spalle il peso che sanno reggere”, a me hanno dato questo peso perché forse lo so reggere, anche se non mi rassegno, non bisogna fermarsi solo perché si è arrabbiati o scoraggiati! Quindi investo nella piscina, lavoro nei progetti con i giovani under 30, uso il mio cervello e il mio cuore quanto più posso, sperando che quando io non ci sarò più qualcuno senza rivalità e gelosie proseguirà il mio lavoro nello spirito intraprendente che ho avuto io. »

Dove trova anche oggi l’energia per lavorare così tanto?

«In me nascono sempre nuove idee che devo seguire io personalmente, non sempre si può delegare, ora sto collaborando con la Vanoni, con Haber, anche se ci sono giorni che sono stanca, anche perché mi mancano i miei affetti: mia sorella si è trasferita in Israele, mio figlio vive a Roma. Mi sento sola senza mio marito, con cui ho vissuto per 33 anni, noi ci siamo scelti da adulti e quando ci si innamora che non si è più giovani, il distacco è ancora più difficile perché è stata una scelta più responsabile e quindi si soffre di più. Ecco uno si riempie la vita con il proprio lavoro, perché la vita privata spesso è un peso.»

DOVE & QUANDO

  

GLI INNAMORATI di Carlo Goldoni. Scene di Gian Maurizio Fercioni. Luci di Gigi Saccomandi. Musiche di Michele Tadini. Arrangiamento testi di Vitaliano Trevisan. Costumi di Angela Alfano. Con Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi,Umberto Petranca, Marina Rocco, Roberta Rovelli, Andrea Soffiantini. Regia di Andrée Ruth Shammah. Produzione Teatro Franco Parenti.

Dal 26 marzo al 6 aprile 2014, Sala Grande, Teatro Franco Parenti di Milano. Info: Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, Milano, tel.0259995206, biglietteria@teatrofrancoparenti.it, www.teatrofrancoparenti.it

 
 
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