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mercoledì 11 settembre 2024
 
Mondiali 2018
 

Il fantasma degli azzurri si chiama Svezia

13/11/2017  Sono sempre di mezzo quando le cose vanno storte. Ecco perché la Svezia contende alla Corea il titolo di bestia nera degli azzurri nel pallone.

Se il fantasma dei fantasmi dell’Italia con pallone si chiama Corea  - del Nord o del Sud fa poca differenza: in principio fu Pak Doo Ik (Nord), alla fine il Mondiale del 2002 in Corea del Sud con il famigerato arbitro Moreno -, l’altro fantasma paurosissimo ha il lenzuolo gialloblu della Svezia.

E la scaramanzia che sempre abita gli spogliatoi – in vista dell’ultima spiaggia artica del  13 novembre a San Siro (Italia-Svezia, 2 gol di vantaggio azzurro il  minimo per passare) - suggerisce di evocarlo per esorcizzarlo.

La prima apparizione fu 59 anni fa. Era il 1958, anno in cui il trio svedese già milanista, Gren, Nordhal, Liedholm, ancora imperversava sparpagliato in campionato italiano. L’Italia pensò bene di  evitare di andare ad affrontarlo al Mondiale dove di casa giocava lui (il fantasma), prevenendo:  lasciandosi cioè stoppare (prima volta nella storia sulla rotta del Campionato del Mondo) da un’Irlanda del Nord non proprio irresistibile.

Nel  1992, annus horribilis per molte ragioni, non andò meglio: all’Europeo svedese (aridajje) si giocò senza l’Italia, inciampata in una qualificazione con tre vittorie, 4 pareggi e 1 una sconfitta: si qualificava solo la prima di ciascuno dei  7 gironi più la Svezia di diritto perché ospitante e l’Italia si vide scavalcata dall’Unione Sovietica ancora unita nelle qualificazioni ma in procinto di diventare essa stessa squadra fantasma: sostituita dalla Comunità degli Stati indipendenti durante l’Europeo a causa della dissoluzione politica dell’Urss avvenuta nel frattempo.

L’ultima volta fu nel 2004 (in panchina lo stesso Trap del fantasma coreano): ultima partita del girone di qualificazione vinta inutilmente con Cassano in lacrime: Italia eliminata da un 2-2 Svezia-Danimarca che, con quel risultato telefonato, sarebbero passate entrambe facendo secca la terza (l’Italia appunto): passò alla storia come il biscotto (nel senso di accordo bilaterale sottobanco sospetto di magheggi), ma forse era il fantasma formaggino. Lo stesso che potrebbe riapparire stasera nel buio di San Siro e che non sbucherà dentro la nebbia, ma solo perché stasera a Milano la nebbia non c’è. Però fa un freddo quasi svedese e il fantasma ci è più abituato di noi.  

L’unica speranza sono le luci (a San Siro) che ai fantasmi di solito non piacciono. Speriamo.

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