Come insegnante di scuola superiore, vedo tanti ragazzi ogni giorno. Mi sembra di rincorrerli con le mie spiegazioni e le mie interrogazioni, mentre loro scorrazzano e si perdono via, ridendo per i video su YouTube, stando al cellulare a guardare foto o serie di telefilm, o giocando alla play. Mi domando come siano i loro pomeriggi, che dubito passino a studiare, e qualche volta mi chiedo che cosa ci sto a fare. Scusi lo sfogo.
LUCIANO
—Talvolta penso che Internet e le tecnologie digitali abbiano cambiato il modo stesso di apprendere e, forse, abbiano modificato la maniera in cui le menti dei ragazzi imparano. Noi siamo cresciuti ritenendo che la scuola fosse il principale, se non l’unico, luogo dove si impara un sapere scritto nei libri e posseduto dagli insegnanti. Noi dovevamo avvicinarci e imparare, un pezzo alla volta, quelle conoscenze. Il mediatore di questo processo era il professore, che spiegava e poi valutava se e quanto lo studente aveva imparato. Il facile accesso alle informazioni oggi modifica questo compito dell’insegnante. Non che i docenti non servano più. Ma diventano sempre di più degli accompagnatori nel viaggio della conoscenza: come Virgilio che accompagna Dante nel suo viaggio nell’oltretomba. Con il loro sguardo d’insieme possono indirizzare quello di chi impara sulle cose importanti, possono aiutare a dare unità alle conoscenze. Il loro compito è diventato quello di stimolare i ragazzi a tuffarsi nel mare delle informazioni, dando i fondamenti per sapere nuotare, e poi sviluppando nei vari contesti le personali modalità di apprendere. In modo che l’apprendimento possa durare lungo tutta la vita, perché bisogna continuamente aggiornarsi. Ma anche che comprenda tutte le esperienze di vita. Questo è fondamentale per ogni adolescente: riconoscere che tutto ciò che fa è occasione di apprendimento. Il videogioco ma anche l’attività sportiva, il volontariato accanto alla scuola. La ricerca di video su Internet e le relazioni con i compagni in classe. Sta a noi dare loro profondità. Aiutarli per esempio a capire che dietro i prodotti di divertimento, un videogioco o la puntata di una serie, c’è un pensiero, uno studio. Una complessità che anche loro possono cogliere e in cui, un domani, potranno inserirsi, se capiranno l’utilità della riflessione, dello studio, dell’impegno nella fatica, della competenza tecnica. C’è bisogno di adulti che entrino con gli adolescenti in camera di regia e li aiutino ad allargare e approfondire lo sguardo, facendo in modo che provino molte esperienze, in modo equilibrato. E le trasformino in occasione per imparare sempre qualcosa in più, che servirà sicuramente da grandi.