L’albero è presente in tutte le religioni; è il simbolo della vita che parte dalla terra e si innalza verso il cielo. È anche nel racconto biblico delle origini come albero della vita e della conoscenza del bene e del male (Gn 2,9). L’abete, sempre verde, sacro a Odino, divinità germanica, nel XIV secolo ha assunto nei Paesi nordici una dimensione cristiana in riferimento all’albero del peccato originale e alla redenzione attuata con la nascita di Gesù (Gn 3,15). In un’epoca poco ecumenica, per le sue origini germaniche, era considerato espressione del protestantesimo e sconsigliato. Dal 1982 san Giovanni Paolo II l’ha collocato accanto al presepio in piazza San Pietro. I due segni non si contraddicono. Nessuna norma proibisce di collocare un albero di Natale in chiesa, ma è il presepio e l’immagine del Bambino Gesù che devono attirare l’attenzione ed essere oggetto di venerazione. D’altra parte, l’odierno uso commerciale e consumistico rischia di fare dell’albero, ingiustamente, un segno paganeggiante, assai lontano dal mistero che i credenti celebrano a Natale.